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14/02/2011 16.30.25 - Articolo letto 6037 volte

Il Regolamento Urbanistico: "un misero strumento"

Nigro durante la presentazione del Regolamento Urbanistico (foto Martemix) Nigro durante la presentazione del Regolamento Urbanistico (foto Martemix)
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La critica di Adriano Pedicini, Consigliere PDL, al nuovo R.U.
di GIOVANNI MARTEMUCCI
Matera "E’ singolare il modo -sostiene Pedicini in una nota- con cui si concepisce l’urbanistica a Matera, questo va detto subito, alla vigilia dell’adozione del nuovo regolamento urbanistico. Oltre 20 anni di attese per trovarsi difronte ad un misero strumento che più di tanto non è. Nella realtà si deroga al piano casa lo sviluppo di questa città. Che fine hanno fatto tutte quelle osservazioni che i cittadini avevano prodotto nella precedente amministrazione? tante sedute di commissioni e valutazioni trasmesse all’urbanista perché modificasse il piano regolatore e poi un nulla di fatto, in verità siamo tornati indietro di 10 anni. La logica alla quale le cose si ispirano sono sempre le solite: gli interessi economici. Osservate come le cose sono mutate nel tempo: si costruivano quartieri, da Villa Longo a serra rifusa o San Giacomo e li si dotava delle ubanizzazioni primarie ancor prima di essere abitati, utenze, strade, illuminazioni, marciapiedi, in molti casi anche aiuole e giardini, insomma si creavano le condizioni per una serena armonia e soddisfazione. Erano anche i tempi in cui il “caro mattone” costava, ma ci si conteneva nelle esagerazioni. Del resto era pur vero che intorno non ti trovavi acquitrini, fango o cantieri perenni e tutto sommato veicolavano la vita sociale. Vero è invece, che oggi accade esattamente l’opposto, i quartieri nascono e le opere di urbanizzazione non vengono fatte. No, non si tratta di ritardi, non vengono proprio realizzate. Diciamolo francamente se dovesse sorgere un centro di quartiere con strade asfaltate, marciapiedi, illuminazione, aiuole, ecc, avremmo un attimo di disorientamento per l’essere convinti di aver sbagliato città. Non c’è quartiere da più di venti anni a questa parte che sia dotato completamente di infrastrutture; qualche parvenza a macchia di leopardo che contraddistingue maggiormente le diversità, ma nulla di più. Di via La Martella si è tanto parlato, un ingresso a Matera che non pensiamo a soluzioni a breve termine, del resto più il tempo passa e più l’opera incompiuta rimane per definizione tale. Ma quello che maggiormente rappresenta il top del disastro urbanistico per eccellenza; l’oscar dell’inefficacia e del massimo profitto per i “palazzinari”, sono quei quartieri che partono da via Gravina: da rione Acquarium e così procedendo verso la collina di Serra Rifusa, con i nuovi Rioni, Giada ed Arco, al centro ci inseriamo il complesso alberghiero “condonato” di via Nino Rota che merita una citazione. E’ indescrivibile quello che queste zone ritraggono, è difficile scrivere parole che possano far comprendere quello che è la reale condizione di queste zone. Si tratta di una superficie densamente popolata, luogo privilegiato dall’economia residenziale, luogo di espansione, ma che rappresenta allo stato attuale sostanzialmente quello che potremmo definire un quartiere dormitorio, dimenticato dai servizi e lasciato nell’abbandono. Si perché devi recarti a casa solo per dormine non puoi fare altro, in più parti non ci sono né strade, né marciapiedi, i locali commerciali sorti con tante speranze devono fare i conti con un traffico di auto insostenibile perché a piedi non puoi andare, ognuno per se si è attrezzato al meglio per gestire autonomamente il suo ingresso, c’è addirittura chi i mattoni sul marciapiede se li è messi da se. Si assiste all’inverosimile allorchè le copiose e frequenti piogge si abbattono sulla città, a quel punto tutto si trasforma ed ogni cosa che prima facevi con difficoltà, non puoi più farla, devi fermarti. In questo scenario difficile dal modificarlo in qualche anno, considerando l’ampiezza dei quartieri, si è inermi non sai più a chi rivolgerti, nessuno presta più ascolto. Parcheggi caotici ed introvabili, strade che definirle tali appare azzardato: strette, senza asfalto, piene di buche ed erbacce, il tutto aggravato dal fatto che ovviamente non devi pensare minimamente che ci possa essere la pulizia delle strade o il corretto svuotamento dei bidoni della spazzatura. Oltre ai rifiuti e sporcizia diffusa, l’erba cresce ovunque e partecipa allo scadimento. Quello che non si comprende è come imprese o Amministrazione Comunale, incaricati o controllori delle opere di urbanizzazione, a distanza di anni considerino tali aspetti secondari, certo vi è qualcosa di più pressante, di urgente, ma si assiste alla mancanza del riscontro Amministrativo che permette tutto ciò, ci lascia attoniti ed impotenti, poco speranzosi della risoluzione delle cose. In tutto questo si innesta il nuovo regolamento urbanistico che era la speranza, il cambiamento ed invece: nulla. La città non cambia rimane ristretta nella sua pochezza, il cittadino e la qualità della sua vita non considerata, per piazza della visitazione ed il suo concorso internazionale men che meno. Vien da chiederci se oltre ai fruitori delle esose parcelle per il lavoro di tanti anni vi siano altri beneficiari, ma questo, lo vedremo e lo capiremo nel tempo".




Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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