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03/11/2010 19.28.02 - Articolo letto 7917 volte

COLDIRETTI: STRARIPAMENTO DEI FIUMI AGRI E SINNI. MIGLIAIA GLI ETTARI DI COLTURE DISTRUTTI.

Danni della pioggia in una foto d´archivio (foto Martemix) Danni della pioggia in una foto d´archivio (foto Martemix)
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Decine di case rurali e fabbricati agricoli inondati ed evacuati
di GIOVANNI MARTEMUCCI
Matera Migliaia di ettari di colture andate in fumo, decine di case rurali e fabbricati agricoli inondati ed evacuati, centinaia di canali distrutti e terreni pronti alla semina allagati e impraticabili. 
Ingenti i danni subiti dall’agricoltura lucana dopo la violenta e incessante pioggia di Martedì 2 novembre. 
Un vero bollettino di guerra. 
Le zone più colpite sono quelle della Media Valle dell’Agri e della Piana del Sinni, nel territorio dei comuni di Tursi, Rotondella, Nova Siri e Policoro, un’area vocata alla frutticultura, all’agrumicoltura e alla coltivazione di ortive, con circa il 70% della produzione di frutta regionale. 
Circa 500 gli ettari di terreno alluvionati nel solo comune di Rotondella. 
In contrada Candela, circa 100 ettari di agrumeti, pescheti e albicoccheti interamente coperti da due metri di acqua. 
La situazione non cambia se ci spostiamo nelle contrade di Caramola, Mesala e Spagnolo. Difficile calcolare i danni. 
Interi raccolti di agrumeti persi, proprio a pochi giorni dall’inizio della raccolta. Un duro colpo per le aziende agricole. Portati via dall’acqua anche i raccolti di ortive. Oltre ai danni immediati, quest’esondazione del Sinni, farà sentire i duri effetti nel tempo. Distrutti i canali di scolo, impraticabili la maggior parte dei terreni e dei frutteti in produzione, coperti dall’acqua o allagati e molto probabilmente colpiti da asfissia radicale. 
E pensare che a Dicembre 2008, dopo lo straripamento del Bradano, Coldiretti Basilicata fattasi portavoce delle paure e dei problemi degli imprenditori della zona, aveva ripetutamente chiesto la messa in sicurezza di tutti gli argini dei fiumi compresa questa zona del Sinni interessata dall’esondazione, con la pulizia del letto del fiume e il rinforzo degli argini. 
Un disastro che poteva essere evitato. Ai danni diretti alle colture, poi, si aggiungono i danni infrastrutturali. Distrutta la strada che collega Rotondella all’arteria sinnica, con problemi che si ripercuoteranno sulla commercializzazione dei pochi prodotti rimasti. 
Ancora una volta, nel Metapontino, sempre nella curva all’altezza della ferrovia che collega Taranto a Reggio Calabria, il Bradano ha rotto gli argini inondando i terreni circostanti e riempiendo i canali di bonifica. Colpiti molti ettari di agrumeti, ortive, frutteti e vigneti di uva da tavola, nonostante il lavoro straordinario che sono state chiamate a fare le idrovere per arginare l’emergenza.
Grave anche la situazione nel territorio di Policoro. Circa 1000 gli ettari inondati. 
La zona ha subito un doppio straripamento. Intorno alle 16:00, infatti, il Sinni rompe gli argini e inonda i terreni. Alle 17:30 è la volta del fiume Agri. Interi agrumeti, pescheti e albicoccheti sommersi da circa 3 metri d’acqua. 80 ettari di fragole appena piantate, spariti sotto l’acqua. Interi campi di ortive pronte per la raccolta portate via dall’acqua. Oltre ai fabbricati, inondate anche 5 case rurali, con ingenti danni alla zootecnia. 
Una vera debacle per il settore primario che farà sentire i suoi effetti durante tutto il 2011. Terreni impraticabili, canali di scolo saltati, impossibilità a raccogliere gli agrumi, frutteti a rischio asfissia radicale, recinzioni e serre distrutte, difficile per ora quantizzare la perdita per gli imprenditori agricoli. 
L’esondazione del fiume Agri ha duramente colpito anche la Media Valle dell’Agri. 
Nel solo comune di Sant’Arcangelo, circa 5mila ettari di terreni, come rende noto l’Ufficio tecnico del Comune, tra seminativi, ortive e frutteti andati distrutti. 
Una quarantina di abitazioni rurali inondate. Recinti sradicati, serre distrutte, foraggere slavate e terreni pronti alla semina impraticabili. Smottamenti, frane, detriti e tronchi di alberi trascinati dall’Agri in piena, si sono depositati sui terreni agricoli. Anche in questa zona è ancora difficile stimare i danni subiti dal settore primario.
Grave la situazione anche nei territori compresi tra i Comuni di Ferrandina, Salandra e Garaguso. Decine le aziende rimaste isolate, migliaia di ettari di seminativi impraticabili e con molta probabilità incoltivabili per l’annata 2010/2011. 
Centinaia di ettari di foraggere completamente slavati. Canali di scolo saltati e molti terreni interessati da smottamenti e frane. Si stima una perdita pari al 50% di prodotto per gli uliveti. 
I danni maggior nella zona Pantano, in cui circa 150 ettari tra frutteti, oliveti e ortive sono andati completamente distrutti. Allagati anche numerosi fabbricati. 
Stessa situazione nel comune di Craco, con terreni slavati e seminativi impraticabili. 
Difficile, al momento, quantizzare i danni che sono purtroppo ingenti. 
Coldiretti Basilicata si è rivolta alla Protezione Civile ed all’assessore regionale Vilma Mazzocco per attivare gli interventi di urgenza e per il ripristino delle strutture agrarie danneggiate nelle aree duramente colpite dall’esondazione dei fiumi. 
Lo fa, però, con il rammarico che il disastro poteva essere almeno contenuto, se le richieste più volte presentate dalla Federazione lucana di provvedere alla messa in sicurezza degli argini dei fiumi, fossero state ascoltate.
G.M.



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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