ITREC, FALDA ACQUIFERA CONTAMINATA

ITREC di Rotondella

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Lo confermano i dati delle verifiche condotte dall’Arpab dopo la segnalazione, nel 2015, della Sogin circa la presenza di sostanze pericolose. Diversi i valori ben oltre i limiti normativi consentiti. Situazione preoccupante.
di ANTONIO GRASSO

Rotondella Inquinata la falda acquifera all’Itrec di Rotondella. Lo confermano i dati delle verifiche condotte dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpab ndr) dopo la segnalazione, nel 2015, della Sogin circa la presenza di sostanze pericolose nei pozzi sotterranei dell’impianto costruito tra il 1965 e il 1970 dal Comitato nazionale per l’energia nucleare (Cnen ndr) e di cui la Sogin (società di Stato operativa dal 2001 alla quale è affidato il compito di disattivazione e smantellamento dell’impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) ha assunto la gestione per la bonifica nel 2003. Diversi i valori ben oltre i limiti consentiti, registrati nella rete dei piezometri e riportati – nero su bianco - in una relazione Arpab datata 1 settembre 2017. A partire dal tricloroetilene, che presenta concentrazioni fino a quasi 500 volte superiori al limite normativo previsto (703 ug/l rispetto al limite stabilito di 1,5 ug/l). In quantità preoccupanti pure il cromo esavalente (18 ug/l rispetto a una soglia massima di 5 ug/l). Per non parlare del manganese (233 ug/l su una soglia di 50). Ma anche berilio, cadmio, tallio, vanadio e altri idrocarburi con una concentrazione di 72 ug/l a fronte di un massimo di 50 ug/l. Le indagini dell’Arpab si sono estese anche alle aree limitrofe all’Itrec. A Sogin e agli enti direttamente interessati alla tutela ambientale, a partire dalla Provincia di Matera, il compito di individuare, nell’immediato, le operazioni di messa in sicurezza.