E' l'apoteosi del paradosso politico; il trionfo dell'ingovernabilità della maggioranza; la palese evidenza di un centrosinistra materano allo sbando perché privo di un'idea concreta di governo della città e di una menzogna con la quale, in extremis, l'attuale Sindaco di Matera, Salvatore Adduce, è stato in grado di accaparrarsi qualche preferenza in più al Ballottaggio per far attraccare al sesto piano del Palazzo di Città una “nave della speranza” camuffata da “ammiraglia”. Tutti ricorderanno quanto l'ex-senatore ora primo cittadino di Matera abbia insistito, nelle ultime battute della campagna elettorale, sull'evidente possesso di una maggioranza di 25 consiglieri comunali eletti al primo turno. Ma ora che il sipario sulla maggioranza che è al governo di Matera si è aperto da quasi cento giorni è evidente quanto tutto questo sia effettivamente falso e quanto invece siano reali le lotte intestine che persistono al suo interno, al punto tale da aver condotto inesorabilmente la città ad una imperdonabile paralisi amministrativa che non giova affatto alle numerose criticità che, purtroppo, la affliggono. Sul fronte della convocazione di una nuova seduta di Consiglio, a quasi un mese dallo svolgimento dell'ultimo e desolante appello, non arrivano buone nuove: l'accordo per la Presidenza, condito-sine-qua-non per l'avvio dei lavori dell'amministrazione, non è ancora stato raggiunto; la maggioranza naviga a vista mentre i già precari equilibri evidenziano fratture insanabili tra un Partito Democratico, già di suo funestato da correnti interne troppo eterogenee nelle ambizioni, ed i partiti-satellite che rivendicano la propria rappresentanza in seno alle varie componenti dell'Ente comunale. E così il PD, che avrebbe dovuto costituire la guida autorevole della coalizione di centrosinistra, si dimostra non soltanto inadeguato nel dirimere i contrasti tra le varie forze che la animano, ma anche immaturo nel trovare un proprio riassetto. La dimostrazione evidente di questa situazione è quella che, dopo le dimissioni del segretario provinciale del Partito ricofermate nell'assemblea di domenica scorsa, il PD non è stato in grado di eleggerne uno nuovo, optando anche in questo caso, come già avvenuto per la Presidenza del Consiglio Comunale, per un rinvio della discussione e della elezione, dopo aver tentato di individuare un “traghettatore” che ne potesse tenere il timone fino al prossimo Congresso. E la città, intanto, ne paga le spese indebolendosi sempre più, mentre l'opposizione evidenzia puntualmente queste debolezze senza ottenere risposte o rassicurazioni credibili sul futuro di questo governo. Al Sindaco Adduce gioverà quindi ricordare che la città non si amministra con indosso la fascia tricolore in ogni minima occasione di rappresentanza, bensì col polso fermo e deciso, riscoprendo anche quell'autorità che al primo cittadino viene riconosciuta dalla legge e che, a questo punto, forse è il caso di far valere al fine di dimostrare veramente quella esperienza politica tanto vantata in campagna elettorale. Ad Adduce, ora, chiediamo, a nome di quella Matera stanca di assistere inerme allo sfacelo più totale delle Istituzioni, un atto di onestà e maturità politiche: che abbia la capacità di dichiarare alla città l'impossibilità di governarla con questa maggioranza, invocando pure un governo “di salute pubblica” per mettere l'opposizione nella possibilità di fare una scelta o, e questa sarebbe la conseguenza più logica, abdicando in favore di un nuovo confronto elettorale per salvare almeno gli ultimi scampoli di dignità personale.
Se la sua preoccupazione è non stancare i cittadini, caro consigliere, cominci col non fare comunicati (alquanto pretestuosi e falsi, considerando la sua persona) ad ogni canto di gallo. Risaparmi tali energie per la prossima campagna acquisti elettorale.