“ In tema di Verde pubblico, la Città di Matera ha, da una parte, grandi potenzialità, dall’altra grandi problemi. Spazi verdi rimasti allo stato potenziale e non pochi problemi di gestione agronomica ed igienica su tutto il tessuto urbano materano sono dovuti anche e soprattutto all’assenza di un vero e proprio Piano del Verde. Non un semplice Regolamento del Verde (che già esiste ma è assolutamente inadeguato per fronteggiare i tanti problemi di Matera). Né un semplice Piano del Verde (che potrebbe esporre “obiettivi” senza entrate nel merito delle questioni). Ma un vero e proprio Piano “Integrato” del Verde concepito e realizzato in chiave moderna ”.
E’ quanto afferma l’Agronomo materano Luca Fortunato.
“ Ho proposto – continua Fortunato – in modo dettagliato, in diverse occasioni e sedi cittadine, Comune compreso, a voce e per iscritto, anche ufficialmente, un Piano così articolato:
1) Piano di Gestione del Verde: interventi agronomici ed igienici da attuare periodicamente e frequentemente (sfalci dell’erba, pulizie varie, irrigazioni, concimazioni, eventuali trattamenti fitosanitari, potature (ma non “capitozzature”!), valutazioni della stabilità degli alberi, monitoraggi ecc.) e gestione agronomica attiva: sostituzione, nel tempo, dell’attuale tappeto di erbacce ad “esplosione” annuale con piante tappezzanti perenni che a fronte di un iniziale investimento richiederebbero in seguito sporadici ed economici interventi di manutenzione e sostituzione di alberi “non idonei” con altre specie arboree meno o per nulla problematiche.
2) Piano di Valorizzazione del Verde: panchine, cestini per rifiuti, WC, luci, piste ciclabili, attrezzature sportive ecc. E la presenza di vigilantes e/o di recinzioni e di convenzioni pubblico-privato per l’inserimento di attività commerciali, imprenditoriali e didattiche all’interno dei Parchi e delle Aree verdi in genere (punti ristoro, bar, aree concerti e mostre, aree didattiche ecc.).
3) Piano di Forestazione urbana: messa a dimora di nuove piante, soprattutto alberi, e realizzazione di nuove aree verdi. Una particolare e “nuova” attenzione andrà rivolta anche e soprattutto alle così dette "greenways" (vie verdi) Città-Territorio (Matera-Oasi di S. Giuliano, Matera-Timmari, Matera-Picciano, Matera-Parco Murgia ecc.), alla forestazione delle zone industriali e periferiche della città (Paip 1 e 2, La Vaglia ecc.), nonché alla forestazione del centro storico (Sassi compresi) e dei tetti degli edifici (giardini pensili strategici anche per il risparmio energetico). Nuovo Verde, dunque, che una volta realizzato dovrà rientrare nel Piano di Gestione del Verde e nel Piano di Valorizzazione del Verde.”
“ Come si può notare - precisa Fortunato – per “Gestione del Verde” intendo solo la gestione igienico-agronomica (anche di tipo attivo e strutturale) del Verde scindendola, dunque, sia dalla Valorizzazione del Verde (che invece viene spesso ed impropriamente considerata “gestione”), sia dalla nuova Forestazione urbana. Diversi sono i motivi di questa impostazione-correzione ma il motivo principale è che una Amministrazione comunale dovrebbe garantire, a cittadini e turisti, la gestione agronomica e di pulizia del Verde esistente a prescindere dalle eventuali valorizzazioni del Verde stesso. Questo per motivi di decoro urbano ma anche e soprattutto per motivi di igiene e sicurezza. Infatti, gli alberi non potati e non valutati per la loro stabilità sono pericolosi; le aree piene di erbacce sono ricettacolo di topi, zecche, serpenti; la mancata prevenzione o diagnosi e cura di alcune malattie delle piante potrebbe estendersi territorialmente ecc. ”
“Del resto - conclude Fortunato- credo che il Verde, il decoro e l’igiene costantemente garantiti dovrebbero essere una premessa a “Matera Capitale della Cultura 2019” (?), ai Sassi Patrimonio dell’Unesco, a Telespazio, alla ZFU, al Turismo, e non una loro “conseguenza”. Le giuste lamentele e proteste di molti cittadini, in questi giorni, su Verde, erba infestante, topi, rifiuti ecc. dimostrano che bisognerebbe riconsiderare le priorità politico-programmatiche. Se vogliamo vederla anche da un altro punto di vista, proprio sulla “Cultura”, tanto di moda in questo momento, c’è da dire che l’assenza di un Piano del Verde moderno, integrato e strategico per la nostra Città è dovuta soprattutto all’assenza di una Cultura del Verde, e, più in generale, all’assenza di una Cultura ambientale. Assenze che generano anche altro tipo di problemi ambientali come il problema dei Rifiuti. Come la mettiamo, dunque, con il lontano, ma altrettanto vicino, “appuntamento culturale” del 2019 ? ”.