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19/09/2013 13.11.51 - Articolo letto 3714 volte

A TRICARICO PRESENTAZIONE DEL LIBRO "MUSICHE TRADIZIONALI IN BASILICATA"

Musiche tradizionali in Basilicata - 21 settembre 2013 Musiche tradizionali in Basilicata - 21 settembre 2013
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Il volume ripercorre la spedizione in Basilicata del 1952 considerata l’atto di nascita dell’etnomusicologia
Tricarico La tutela e la valorizzazione della cultura contadina come l’attività di promozione e sostegno dell’identità, delle tradizioni delle realtà rurali locali non possono prescindere dalle canzoni e dalla musica delle antiche generazioni dei “zappaterra”. E’ questo l’obiettivo che vede l’Associazione Basilicata Rurale, promossa dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, promuovere sabato 21 prossimo a Tricarico (Museo Archeologico – Palazzo Ducale, ore 9,30) la presentazione del libro “Musiche tradizionali in Basilicata. Le registrazioni di Diego Carpitella ed Ernesto de Martino (1952), a cura di Giorgio Adamo”, docente di Etnomusicologia all’Università di Roma “Tor Vergata, contenente 3 cd, Squi[Libri] Editore. Il programma dell’incontro di Tricarico, alla presenza dell’autore Adamo, prevede interventi del sindaco  Lina Marchisella, Donato Distefano (Basilicata Rurale), Pancrazio Toscano, Antonio Infantino.
Il libro ripercorre la spedizione in Basilicata (30 settembre-31 ottobre 1952) considerata l’atto di nascita dell’etnomusicologia italiana perché, per la prima volta, si effettuarono registrazioni sul campo secondo criteri organicamente unitari. Realizzate con i mezzi tecnici messi a disposizione dalla Rai, all’interno di un’indagine antropologica condotta da un’équipe formata da Ernesto De Martino, Diego Carpitella, Vittoria de Palma, Franco Pinna e Marcello Venturoli, le rilevazioni interessarono i comuni di Matera, Grottole, Ferrandina, Pisticci, Colobraro, Valsinni, Stigliano, Tricarico, Marsico Vetere, Viggiano e Savoia di Lucania. Confluite nella raccolta 18 degli Archivi di Etnomusicologia, le registrazioni rivelano un mondo musicale di qualità e ricchezza inimmaginabili: straordinarie voci femminili, suonatori di organetto, canti alla zampogna e al cupa cupa, nei più vari repertori, dalle ninne nanne ai lamenti funebri, dai canti di lavoro ai canti di questua, dalle tarantelle ai canti infantili. La musica pervadeva in tutti i suoi momenti essenziali la vita di quei contadini e pastori che manifestavano una sorprendente capacità di gioia, festa, scherzo, ironia, creatività e poesia. Con un denso apparato critico, che per la prima volta affronta in modo approfondito la trascrizione del testo poetico dei canti e con un significativo apparato iconografico, con fotografie di Franco Pinna e Arturo Zavattini, il volume con i tre cd allegati restituisce, in edizione pressoché integrale, una raccolta di fondamentale importanza per la conoscenza della storia e della cultura musicale del meridione d’Italia.
L'opera, di Squilibri editore di Roma (con riguardo a "una certa musica" in particolare) in collaborazione con l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, è a cura di Giorgio Adamo, docente di Etnomusicologia presso l'ateneo romano "Tor Vergata". Quando, alla fine di settembre del 1952, partì per la Basilicata una "spedizione etnografica", guidata da Ernesto de Martino con al suo fianco un giovane e sconosciuto musicologo, Diego Carpitella, la conoscenza delle musiche contadine del nostro Paese era ancora molto scarsa. Da almeno un secolo si erano raccolti testi di canti popolari, sulla base di un interesse letterario di matrice romantica, ma degli aspetti musicali, in assenza di registrazioni sonore, assai poco si sapeva. Resosi conto, nelle sue prime esperienze sul campo, di come la musica caratterizzasse significativamente le culture del mondo agro-pastorale, De Martino volle affrontare una spedizione che per la prima volta si faceva carico di documentare sistematicamente, con la registrazione, anche le espressioni musicali delle diverse comunità: da allora, la campagna di rilevazione in Basilicata è considerata come la data di nascita dell'etnomusicologia italiana, perché per la prima volta si effettuarono registrazioni sul campo secondo criteri organicamente unitari, avvalendosi dei mezzi tecnici messi a disposizione dalla RAI. Quella memorabile spedizione, alla quale parteciparono anche Vittoria De Palma, Franco Pinna e Marcello Venturoli, era anche l'esito di un felicissimo punto di incontro tra ricerca, interessi culturali, compiti istituzionali e impegno politico sociale testimoniato anche dal fatto che fu sostenuta, oltre che dall'allora Centro Studi Nazionale Musica Popolare e dalla RAI, anche da un più articolato fronte che annoverava diverse riviste e associazioni culturali nonché le principali forze politiche e sindacali... Le rilevazioni sonore, che ricadevano all'interno di una più vasta ricerca di natura antropologica, interessarono i comuni di Matera, Grottole, Ferrandina, Pisticci, Colobraro, Valsinni, Stigliano, Tricarico, Potenza, Marsico Vetere, Viggiano e Savoia di Lucania. Confluite nella raccolta 18 degli Archivi di Etnomusicologia, le registrazioni rivelano un mondo musicale di qualità e ricchezza inimmaginabili: straordinarie voci femminili, suonatori di organetto, canti alla zampogna e al cupa cupa, nei più vari repertori, dalle ninne nanne ai lamenti funebri, dai canti di lavoro ai canti di questua, dalle tarantelle ai canti infantili. La musica pervadeva davvero la vita di quei contadini e pastori che manifestavano una sorprendente capacità di gioia, festa, scherzo, ironia, creatività e poesia. Con un denso apparato critico, che per la prima volta affronta in modo approfondito la trascrizione del testo poetico dei canti, e con un significativo apparato iconografico con fotografie di Franco Pinna e Arturo Zavattini, il volume con i tre cd allegati restituisce in edizione pressoché integrale, a sessant'anni dalla sua realizzazione, una raccolta di fondamentale importanza per la valorizzazione dei patrimoni immateriali della Basilicata, ora pienamente fruibile nel volume edito da Squilibri in collaborazione con l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Basilicata Rurale è  una struttura senza scopi di lucro di emanazione della CIA delle Associazioni di persone operanti nel sistema CIA, quali: ANP (Associazione pensionati) AGIA (Associazione giovani agricoltori); Donne in Campo (Associazione imprenditrici agricole) e di ASeS (Associazione solidarietà e sviluppo sede di Basilicata). Queste le sei finalità principali:
 
  1. OSSERVATORIO SULLE POLITICHE DI WELFARE, LA QUALITA’ DELLA VITA, LA COESIONE E SUI FENOMENI SOCIO-ECONOMICI E DEMOGRAFICI NELLE COMUNITA’ E NEI CONTESTI RURALI DELLA BASILICATA.
 
  1. ANIMAZIONE, AGGREGAZIONE E ATTIVITA’ SOLIDARISTICHE E DI ASSISTENZA A FAVORE DELLE COMUNITA’ E DELLE AREE RURALI. 
 
  1. TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA CULTURA CONTADINA E PROMOZIONE E SOSTEGNO DELL’IDENTITA’, DELLE TRADIZIONI DELLE REALTA’RURALI LOCALI.
 
  1. FAVORIRE UNA RINNOVATA ATTENZIONE IN PARTICOLARE VERSO LE GIOVANI GENERAZIONI, CIRCA L’IMPORTANZA, LE FUNZIONI PLURIME NELL’ECONOMIA, NEI TERRITORI E NELLA SOCIETA’ DELL’AGRICOLTURA E DELLO SVILUPPO RURALE. 
 
  1. CENTRO DOCUMENTALE E ARCHIVIO STORICO-LIBRARIO, RELATIVO ALLE ATTIVITA’, I PROGRAMMI, I PROGETTI DELLA RAPPRESENTANZA SINDACALE E L’ASSOCIAZIONISMO DEL SETTORE AGRICOLO LUCANO.
 
  1. STRUTTURA DI COMUNICAZIONE, INFORMAZIONE, ED ORIENTAMENTO DEGLI OPERATORI DEL SETTORE AGRICOLO, DELLA FILIERA AGROALIMENTARE E CONNESSIONE IN RETE DELLE COMUNITA’ RURALI E DEI PICCOLI COMUNI.



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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