Cosa hanno in comune oggetti tribali e icone dell’arte contemporanea, etnie africane e maestri del Dadaismo e del Surrealismo come Marcel Duchamp o Man Ray? Sono alcune delle domande alle quali risponde la mostra organizzata dall’artista Antonio Paradiso nel Parco Scultura della Palomba a Matera che indaga curiosi parallelismi tra culture e i loro riferimenti al mondo dell’arte. In esposizione oltre 100 oggetti delle etnie africane Dogon e Lobi che Paradiso ha raccolto nel corso di 40 anni di viaggi in Africa. Oggetti sui quali l’artista elabora un interessante confronto tra culture che passa attraverso forme artistiche diverse e distanti nel tempo. “Quello che analizzo” afferma Paradiso “è un fenomeno di ricomparsa di correnti come Dadaismo o Futurismo che erano già presenti in potenza 300 o 400 anni fa. Gli oggetti che ho raccolto nei miei viaggi in Africa lo documentano chiaramente: parte della cultura contemporanea era presente altrove già da tempo”. In molti casi questi parallelismi artistici non sono mai stati evidenziati perché, semplicemente, erano difficili da scoprire. “Per andare in alcuni villaggi tra quelli delle popolazioni Dogon, Geledè, Dan, Fang e Ashanti ho dovuto percorrere anche 25 chilometri a piedi” sottolinea Paradiso. Sono stati viaggi avventurosi che il maestro ha documentato in maniera dettagliata attraverso un vero e proprio reportage che parla di tradizioni, oggetti, uomini e architetture. Immagini che svelano un mondo sconosciuto ai più e che vengono proiettate all’interno dello spazio espositivo alle porte di Matera, un atelier originale e suggestivo che accoglie sculture di artisti come Carrino, Coletta, Mainolfi, Mattiacci, Nagasawa, Pascali, Spagnolo, Stacciali, Trotta. Mentre scorrono le immagini di questi luoghi suggestivi l’artista racconta i suoi safari nei deserti del Sahara e dell’Africa Tropicale a bordo di un camion come quelli usati nella seconda guerra mondiale. “Su quel camion” ricorda l’artista “montai un motore Mercedes con il quale ho percorso un milione di chilometri su piste accidentate per andare nel cuore di quella mater che accoglie nel suo grembo i figli della cultura, scultura e agricoltura”. I viaggi avventurosi di Paradiso rivivono attraverso gli oggetti in mostra e costituiscono anche il corpus di un interessante studio di antrpologia e paleo-antropolgia per integrare l’esperienza scientifica con l’arte e la tradizione di quelle popolazioni africane. Oggi al Parco Scultura è prevista una proiezione con immagini inedite dei luoghi originari delle etnie africane, mentre alle ore 21 Milena Orlandi presenterà un concerto Surrealista dal titolo “Mes reveries” chansons de Jacques Prevert à Queneau.
Giovanni Martemucci