VERSO LE REGIONALI. LA CONFUSIONE REGNA SOVRANA

Regione Basilicata

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A poco più di due mesi e mezzo dal ritorno alle urne tutto è ancora in alto mare. Molti i nodi ancora da sciogliere su liste, alleanze e programmi.
di ANTONIO GRASSO

Basilicata Regionali del 17 e 18 novembre. Il tempo stringe ma la confusione regna sovrana. A poco più di due mesi e mezzo dal ritorno alle urne tutto è ancora in alto mare. Molti i nodi ancora da sciogliere nella composizione delle liste, nella costruzione delle alleanze e, soprattutto, nella definizione dei programmi. Nel centrosinistra tutto passa dalle scelte che farà il partito-Regione. Candiderà o meno i consiglieri incappati nella cosiddetta “Rimborsopoli lucana”? In uno degli ultimi vertici di coalizione la linea emersa è stata quella del “ni”. Formalmente accettati ma politicamente respinti. Per dirla alla Veltroni: “si, ma anche no”. Posizione che non chiarisce del tutto il quadro politico interno. Tutt’altro. A dispetto, oltretutto, della netta contrarietà ad un’eventuale ricandidatura degli indagati espressa a chiare lettere (nel vertice ma anche pubblicamente) da alcuni alleati, a partire da Sinistra Ecologia e Libertà e dal Partito della Rifondazione comunista. Ma anche dai Verdi e dal Partito socialista. Per bocca dei rispettivi segretari politici si è chiesto al Pd un’operazione di rottura rispetto a coloro incappati nell’inchiesta giudiziaria. Specie nell’indicazione del candidato-presidente, per scegliere il quale si dovrà – comunque – passare dalle primarie, già fissate per il prossimo 22 settembre. Entro il 5 dello stesso mese, però, dovranno essere presentate le candidature, corredate da un numero di firme di cittadini elettori del centrosinistra pari a 1200, debitamente autenticate, raccolte in ambito regionale e di cui almeno il 15% in una delle due province. Di questo, del profilo del candidato-presidente e del programma da mettere in atto, discuteranno i renziani del partito nel corso di un’assemblea in programma per il 30 agosto a Senise. Intanto a mettere carne a cuocere c’ha pensato il dimissionario governatore De Filippo, lanciando pubblicamente una rosa di quattro nomi (l’attuale sindaco di Matera, Salvatore Adduce; il vicepresidente del Consiglio regionale, Vincenzo Santochirico; Rocco Colangelo, direttore generale dell’Arbea e l’ex senatore Giampaolo D’Andrea ndr) possibili candidati alla Presidenza, con la recondita speranza d’incontrare il favore dentro e fuori il partito. A più di qualcuno, specie fra gli addetti ai lavori, è parsa – però - come una contromossa al duro attacco sferrato, poche ore prima, dall’onorevole Vincenzo Folino, fautore (con Bubbico e col grosso degli ex Ds) della linea del rinnovamento generale. Linea che prevede l’apertura di una “fase nuova” e di “un ciclo politico nuovo”, previa non ricandidatura dei protagonisti delle ultime due legislature regionali. Come andrà a finire il braccio di ferro a distanza, al momento non è dato sapere. Il rischio di una spaccatura del partito, però, è dietro l’angolo, considerando – fra l’altro – la non proprio malcelata ambizione dell’attuale vicepresidente della Giunta, Marcello Pittella, a correre per la Presidenza. Per evitare che questo succeda potrebbe anche sbucare un “papa straniero”. Un uomo esterno, cioè, che metta d’accordo un po’ tutti nel partito. In questo senso, il nome che circola con maggiore frequenza e che nelle ultime ore sembra prendere sempre più piede è quello dell’imprenditore, Pasquale Carrano, ex presidente di Confindustria Basilicata. Tra i tanti litiganti, alla fine, sarà proprio lui a “godere”? Si vedrà. Di certo, a sinistra del centrosinistra un’alternativa sarà rappresentata dal Partito comunista dei lavoratori che, come nella tornata di tre anni fa, potrebbe riproporre a governatore il dottor Florenzo Doino. Clima di profonda incertezza anche nel centrodestra, visto l’interrogativo se candidare o meno i consiglieri indagati. Nulla di deciso nemmeno in tema di alleanze. Molto dipenderà dalle convergenze programmatiche e, soprattutto, da chi sarà il candidato-presidente. Anche se non è detto che fra il Pdl e gli altri partiti di area si riesca ad arrivare a un accordo. Specie con La Destra e Fratelli d’Italia, che proprio in queste ore - tramite il suo portavoce regionale, Gianni Rosa – lascia intravedere, con una nota diffusa agli organi d’informazione, quasi uno strappo con gli ex alleati, “fermi – stigmatizza Rosa - alle dichiarazioni urlate a mezzo stampa dal suo coordinatore, Guido Viceconte”. Solo “delle buone intenzioni” - a parere dell’ex esponente di An – mentre “nei fatti non si riscontra alcun impegno a fare in modo che il centrodestra lucano riaggreghi quegli uomini e quelle donne pronti a combattere per una Basilicata”. Parole dure, che più che un ultimatum sembrano d’addio. Se così fosse non ci sarebbe da stupirsi di vedere, oltre al Pdl, un altro rassemblemant più o meno di area inglobante anche molti pezzi centristi come Udc, Scelta civica, Laboratorio di centro, Grande Sud, Fli ed Mpa. Nessuna decisione pure nel M5S. Sarà, come al solito, la rete a decidere. Quando, però, ancora non si sa. E intanto i giorni passano.

Tags: regionali | basilicata | politica | elezioni

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Rubrica: Politica

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