Si torna a parlare in questi giorni del progetto “Matera 90” che sorgerà nella zona Sud di Matera e che prevede la realizzazione di 284 alloggi di edilizia sociale e 255 di edilizia privata su un suolo di circa 35 ettari. L’iter di approvazione del progetto, che rientra nel Piano Nazionale di Edilizia Abitativa, è quasi in dirittura di arrivo. Lo scorso 23 marzo i ministri Tremonti e Matteoli hanno firmato l’avvio del bando di gara per la scelta della società di gestione del risparmio tra le Fondazioni di origine bancaria. Il progetto materano, se approvato, darebbe impulso al social housing con un costo della casa di 930 euro al metro quadrato, contro una media di 2100/2600 euro richiesti dall’attuale mercato immobiliare. Recentemente, il Ministero delle Infrastrutture ha valutato positivamente il progetto sia per “lo spaccato sociale” che contempla un mix di residenti di diversa estrazione, sia “per il giusto equilibrio tra l’interesse generale della collettività e le aspettative imprenditoriali”. “Sgombriamo subito il campo da dubbi o equivoci di sorta relativamente alla natura del progetto che non è una variante urbanistica ma attiene alla fase programmatoria” esordisce Daniele Tagliente, ingegnere gestionale e presidente del Consiglio di amministrazione della società Matera 90. “In questa fase il progetto dovrà essere supportato da un piano economico-finanziario tale da garantire la realizzazione delle ‘promesse fatte’ cioè la costruzione di alloggi a prezzo calmierato, vale a dire esattamente a 930 euro per metro quadrato con la possibilità del fitto a 10 o a 25 anni ed opzione di riscatto”. La realizzazione di tutte le urbanizzazioni primarie e secondarie come strade, parcheggi reti idriche e fognarie, illuminazione pubblica saranno a totale carico del costruttore. In più il l’impresa realizzerà sull’area di intervento un vasto parco urbano attrezzato, un centro sportivo (fruibile pubblicamente per 4 ore al giorno), 3 scuole pubbliche (asilo nido, materna ed elementare) infrastrutture per servizi di quartiere e territoriali, un parcheggio di scambio, una chiesa e una residenza socio assistita al servizio della città. Il costruttore provvederà anche a cedere gratuitamente una serie di aree per la metropolitana, per il parcheggio di scambio e per la Protezione Civile, mentre l'albergo previsto darà a prezzo agevolato il 40% dei posti letto per i fruitori dell’ospedale. Il progetto di social housing permetterà la realizzazione di 284 unità abitative in classe A certificate per il risparmio energetico. Per fare tutto ciò è prevista l’obbligatorietà (imposta per decreto ai proponenti) di dotarsi di piani finanziari relativi all’intero programma (servizi, infrastrutture, edilizia) vistati da primari istituti di credito a garanzia dell’effettiva realizzazione. Solo in questo modo si ha la possibilità di chiedere il finanziamento al Fondo Nazionale nella misura massima del 40% senza il quale non si potrebbe realizzare il programma edilizio. “Una volta ottenuto il finanziamento previsto dal Piano Casa Nazionale” afferma Tagliente “c’è il passaggio obbligato in Consiglio Comunale seguendo il normale iter di adozione, osservazioni, controdeduzioni. Non c’è nessuna scorciatoia. Solo dopo aver seguito questa procedura si passerebbe all’approvazione e alla modifica del piano attualmente vigente. Dunque, contrariamente a quanto si è finora detto, l’assetto del territorio non è stato modificato con la presa d’atto da parte della giunta Buccico del progetto urbanistico San Francesco”. In termini di superfici residenziali l’edilizia sociale (ai sensi del decreto 22 aprile 2008) deve essere il 40%. Nel progetto di Matera 90 la superficie sociale è pari al 43% contro un 57% di superficie di edilizia residenziale libera. “A differenza della normale prassi urbanistica basata su dati previsionali” conclude Tagliente “quando il Consiglio Comunale sarà chiamato a pronunciarsi sul progetto da noi proposto avrà a disposizione come elemento concreto di valutazione un piano economico-finanziario, mentre i fondi saranno già disponibili garantendo l’effettiva realizzazione del progetto. In passato sono state tante le varianti urbanistiche concesse senza che fossero adeguatamente supportate da valutazioni tecniche e finanziarie. Questa prassi ha generato situazioni anomale come Aquarium, il parco di serra Rifusa o L’Arco dove ancora si aspettano le urbanizzazioni nonostante gli alloggi siano tutti abitati. Nel nostro caso, lo strumento dell’Accordo di programma dà piena garanzia sotto tutti i punti di vista perché contempla un dettagliato cronoprogramma delle opere che saranno consegnate chiavi in mano”.
Giovanni Martemucci
Dopo Matera 2000 arriva Matera 90... Andiamo indietro!