Si è chiusa lunedì 3 maggio l’edizione 2010 di SQUISITO, la rassegna enogastronomia organizzata dalla Comunità di San Patrignano.
SQUISITO, oramai, rappresenta uno degli appuntamenti più interessanti e seguiti a livello internazionale, se si considera, fra l’altro, che l’edizione di quest’anno, seppur funestata dalla pioggia, ha fatto registrare oltre ventottomila presenze.
Grandi protagonisti dell’esposizione sono stati i prodotti e le aziende lucane, al centro dell’attenzione per la qualità e la particolarità delle proposte presentate, anche grazie al contributo fattivo della Camera di Commercio di Matera.
Nella “strada” dedicata ai Presidi Slow Food, prodotti nel rispetto della tradizione e della sostenibilità ambientale, si sono distinti la “Melanzana rossa di Rotonda”, l’Oliva infornata di Ferrandina e il “Pezzente della montagna materana”, che hanno sorpreso le migliaia di appassionati visitatori per la scoperta di gusti antichi e oramai dimenticati.
Nell’area dedicata agli espositori, invece, grande protagonista è stato il Pane di Matera IGP, offerto e proposto dall’azienda materana Pane & Pace, fra gli stand più visitati della Fiera, insieme a quello del Frantoio Lacertosa, in primo piano non solo per le Olive infornate di Ferrandina (Presidio Slow Food) ma anche per l’olio di qualità.
A fare da squisito companatico al pane, anche i prodotti del Salumificio Sapori Mediterranei, unico produttore del Pezzente della montagna materana (Presidio Slow Food), che è stato molto apprezzato anche per l’abbinamento, gustosissimo, pane-olio-salumi.
Per comprendere quanto siano stati apprezzati i nostri prodotti, basti pensare che il “BLOG CAFE’”, iniziativa gestita dal famoso giornalista enogastronomico Luigi Cremona, dedicata alla comunicazione gastronomica e patrocinata da Riccardo Illy (che ha potuto apprezzare la bontà del Pane di Matera), ha dedicato ampio spazio ed attenzione alla produzione ed alla degustazione del prodotto di riferimento del nostro territorio.
I prodotti lucani hanno dato una prova della qualità che la regione sa esprimere nelle proprie produzioni tipiche, trasmettendo, attraverso l’enogastronomia, i sapori, i profumi, i colori di un territorio da scoprire.
Sul turismo enogastronomico si gioca una grossa fetta del futuro economico lucano, ed è in quella direzione che occorrerà lavorare per promuovere una agricoltura sempre più rispettosa del territorio, sempre più legata alle tradizioni ed alle tipicità, sempre più rappresentativa di una regione incontaminata, naturalisticamente ricca di biodiversità, che produce qualità grazie alle competenze degli agricoltori, dei panificatori, degli allevatori, e di tutti quelli che contribuiscono a rendere così unici i prodotti lucani.
Discorso a parte merita lo stupendo scenario di San Patrignano, una Comunità che, oramai, rappresenta un punto di riferimento per quanti, dopo problemi e complicazioni, trovano la forza di provare a darsi una alternativa nella vita.
Ho assistito al lavoro ed all’impegno di centinaia di ragazzi “rinati” nella loro voglia di vivere, fuori dai problemi e proiettati nello sforzo di ricostruirsi una vita, imparando un mestiere, un’arte, riscoprendo la bellezza dei gesti semplici, delle tradizioni.
A San Patrignano si respira aria di fiducia nella vita, di riscatto dalle negatività, desiderio e consapevolezza di meritarsi un futuro migliore.
C’è molto da imparare, da quei ragazzi, e dovremmo farlo tutti, uscendo dagli schemi consolidati della gestione del potere fine a se stesso, dell’inseguimento di futili soddisfazioni, che lasciano il tempo che trovano.
Da quei ragazzi potrebbero imparare gli imprenditori, gli artigiani, i rappresentanti datoriali, i politici, i cittadini: io posso dire, con orgoglio, di “aver visto”, invito altri a fare altrettanto, perché, come ci insegna San Patrignano, c’è sempre un’altra possibilità.