“Questa veglia di preghiera per Luca e Marirosa è il regalo più bello che potessi ricevere dalla città in cui vivo da 6 anni”. Così Olimpia Fuina la mamma di Luca Orioli ha ringraziato le associazioni che ieri sera a Matera nella parrocchia del quartiere San Giacomo hanno organizzato un incontro di preghiera aperto a tutti i cittadini, un momento per riflettere sulla vicenda dei i due fidanzatini di Policoro. “Non sono più sola a chiedere verità e giustizia” ha detto Olimpia “ma posso contare sulla gente comune rappresentata anche dalle quattro associazioni che condividono la sofferenza di questa ingiustizia. Senza il loro conforto questo lungo cammino sarebbe un inferno”. Le associazioni Libera, La piazza, Diritti del Fanciullo e il comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto hanno voluto far sentire la loro vicinanza alle famiglie di Luca Orioli e Marirosa Andreotta per opporsi alla chiusura delle indagini sul giallo dei “fidanzatini di Policoro”. In tanti tra cui un gran numero di giovani hanno riempito la chiesa e seguito l’incontro per oltre un’ora e mezza. “La gente non è più cieca vuole sapere tutto su questa vicenda e recuperare il diritto alla legalità. Senza giustizia un popolo non diventa civile” ha sottolineato la mamma di Luca che ha ringraziato i presenti e in generale la città di Matera. A testimoniare la vicinanza della chiesa materana c’erano diversi prelati. Don Michele, il giovane parroco di San Giacomo ha messo in risalto che “la chiesa non vuole, non può e non deve dimenticare la salvezza dell’uomo perché la giustizia è la corda più grande che muove il cuore dell’uomo”. “I cittadini che incontro ogni giorno per strada” ha detto ancora Olimpia “mi esortano ad andare avanti condividendo con me questo dolore. Di certo non posso dire che la Basilicata è omertosa, anzi la solidarietà e l’accoglienza che ho visto qui stasera mi danno la possibilità di estendere agli altri il mio amore verso Luca”. La mamma di Luca ha parlato anche del caso di Elisa Claps individuando un parallelismo tra la storia della giovane potentina su cui ancora non si è fatta piena luce e la vicenda di Luca e Marirosa. “Il caso di Elisa ha messo in luce un sistema che segue una serie di dinamiche ambientali; un sistema che noi non vogliamo subire. Vogliamo arrivare alla verità e il caso di Elisa sta aiutando indirettamente anche noi. Finora molte cose non si potevano né dire né ipotizzare. Invece con Elisa si è dimostrato che certi fatti possono avvenire così come qualcosa di diverso rispetto alla versione ufficiale dei fatti sarà avvenuto quel 23 marzo del 1988 quando Luca e marirosa sono stati trovati morti”. All’esterno della chiesa, prima della veglia, decine di persone hanno firmato un appello per la riapertura del caso. La signora Olimpia si augura che il gip accolga l’opposizione alla richiesta di archiviazione per la morte di luca e marirosa. “Non sono io la sola a chiederlo” conclude “siamo in tanti ad aspettare una risposta. La verità”.
Giovanni Martemucci