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27/06/2013 11.29.01 - Articolo letto 3609 volte

AGROALIMENTARE: 77 PRODOTTI TRADIZIONALI LUCANI IN ELENCO MINISTERO

Nicola Benedetto Nicola Benedetto
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BENEDETTO: EXPORT IN LINEA CON IL PAESE
Basilicata Sono 77 i prodotti agroalimentari tradizionali della Basilicata inclusi nella Tredicesima revisione dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali realizzata con il Decreto del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali del 12 giugno scorso, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 25 giugno 2013, supplemento ordinario n. 52. Ne ha dato notizia l’Assessore regionale all’Agricoltura Nicola Benedetto, precisando che nell’aggiornamento dell’elenco dei prodotti tradizionali sono annoverati, regione per regione, le eccellenze della tradizione nazionale. Infatti, i prodotti agroalimentari tradizionali sono quelli che, riconosciuti dal Decreto del Ministro delle Politiche agricole n. 350 del 1999, si distinguono per metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura che seguono la tradizione del territorio da un periodo di almeno 25 anni.  Per la Basilicata ci sono sei tipologie: bevande alcoliche e distillati, con un solo prodotto (liquore di sambuco di Chiaromonte); carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione, con 14 prodotti (il più noto è l’agnello delle Dolomiti Lucane); i formaggi con 13 prodotti (tra cui caciocavallo, pecorino, casieddo); prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati con 21 prodotti (dalle varietà di fagiolo al rafano); pasta fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria con 23 prodotti (dalla strazzata all’ultimo ingresso u’ pastizz rtunnar); prodotti di origine animale (miele, prodotti lattiero-caseari di vario tipo escluso il burro), con 4 prodotti (tra cui il miele lucano).
In Basilicata al terzo trimestre 2012 - evidenzia l’assessore – ammonta ad oltre 16 milioni di euro l’ammontare di export agro-alimentare e più 2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Siamo in tendenza con l’andamento del settore alimentare italiano che è ormai letteralmente tenuto in piedi dalle esportazioni, che compensano il crollo dei consumi interni. L'export di prodotti agroalimentari italiani  continua a crescere sino a raggiungere nel 2012 il record di sempre (30 miliardi di euro), con in testa formaggi e latticini (più 16%), vino (più 13%) e olio di oliva (più 7%). Questa è la dimostrazione che la qualità, all’interno della globalizzazione della produzione, è ancora riconosciuta come valore e l’agroalimentare è quanto mai espressione di specificità che lega il prodotto al territorio. Altro dato che, seppur negativo, rimarca la necessità di investire nella qualità e nella territorialità delle produzioni è l’ “agropirateria” internazionale che attribuisce a prodotti alimentari in maniere illecita denominazioni e certificazioni di un altro prodotto noto per le sue caratteristiche organolettiche, di sicurezza e di origine. L’Italia e con essa la Basilicata sono fortemente penalizzate delle contraffazioni alimentari, proprio per le eccellenze che il nostro territorio è riuscito a produrre che sono il frutto di un procedimento produttivo rispettoso e di caratteristiche strettamente legate al clima, terreno e quindi irripetibili e per questo garantite dalle certificazioni Dop e Igp.
Benedetto sottolinea inoltre il nuovo metodo avviato nel istituzionale: intendiamo cooperare e dialogare con una progettazione coordinata tra organi locali, regionali, nazionali ed europei per iniziative promozionali e fieristiche, oltre che di tipo multimediale, che riguardino la conoscenza e la promozione delle eccellenze storiche, culturali, commerciali e paesaggistiche d’interesse e la valorizzazione delle eccellenze agro-alimentari, con particolare riferimento ai prodotti a denominazione di origine controllata quali i vini, l’ortofrutta di qualità, la pasta e il pane, le produzioni di nicchia.  Per favorire l’aggregazione tra i diversi operatori della filiera e razionalizzare le attività economiche, la Regione intende proseguire la programmazione di azioni di sostegno dedicate a tutti i delicati settori: dalla commercializzazione alla valorizzazione delle produzioni; dalla razionalizzare dei costi della logistica, alla competitività delle imprese e alla la tipicità delle produzioni.
La produzione di prodotti tipici è importante per le varie zone della Basilicata perché è anche fattore di comunicazione della cultura e del paesaggio in cui questi sono inseriti. Per questo motivo dobbiamo lavorare per innalzare la qualità dei prodotti tipici che calati nel contesto degli agriturismi, alberghi, borghi albergo, ristoranti, musei della civiltà contadina, artigiani, commercianti consentono di proporre l’intero territorio, dando così vita ad una nuova filiera agricoltura-turismo-ambiente-cultura.



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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