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03/03/2013 19.12.30 - Articolo letto 3360 volte

ITALCEMENTI MATERA: FENEAL-UIL, IN CRISI E’ IL MATERIALE SIMBOLO DELLE COSTRUZIONI

Cantiere, impalcature (foto SassiLand) Cantiere, impalcature (foto SassiLand)
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"che la Regione metta in campo politiche che accelerino il riavvio delle grandi opere cantieristiche"
Matera “Quando uno stabilimento come quello materano della Italcementi  che produce il materiale considerato simbolo delle costruzioni è costretto ad interrompere la produzione perché non ha più commesse ed ha invece silos stracolmi non credo ci sia bisogno di parole per commentare la crisi economica che ha messo in ginocchio il comparto edilizio e bloccato milioni di commesse allo stesso gruppo che solo qualche settimana fa ha chiuso un analogo sito produttivo a Monselice (Padova)”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma aggiungendo che l’elenco di cementifici chiusi in Italia si allunga con quelli Sacci di Greve in Toscana e in Abruzzo, quelli appartenenti a Holcim, gruppo svizzero che conta insediamenti produttivi nel nord Italia. Dunque il mercato del cemento continua a risentire degli effetti della pesante crisi: i livelli di attività nelle costruzioni di edilizia residenziale e non residenziale nuova hanno raggiunto i minimi storici dal 1995, mentre gli interventi di manutenzione straordinaria mostrano indicazioni di sostanziale tenuta. Tutto ciò mentre le prospettive di breve e medio termine sulla realizzazione delle grandi infrastrutture pubbliche non offrono ancora quelli che gli analisti economici chiamano “i necessari spunti anticrisi”. I dati analitici fotografano una tensione finanziaria molto marcata per tutta la filiera. Le imprese più fragili hanno già chiuso e quelle più grandi stanno effettuando profonde ristrutturazioni soprattutto nei comparti prefabbricati in calcestruzzo e  calcestruzzo preconfezionato con la perdita di lavoro per 1300 addetti impiegati in imprese chiuse definitivamente; altri 1400 appartengono a società che hanno avviato procedure di fallimento. In sintesi nel Paese ha già “chiuso i battenti” circa l’8% della filiera del cemento e l’associazione di categoria della Confindustria calcola un calo di produzione di cemento tra il 2011 e il 2012 del 2,8%.  Non resta che  aprire un tavolo di crisi del settore cemento e chiedere, nella logica della stretta correlazione tra edilizia e cemento, che la Regione metta in campo politiche che accelerino il riavvio delle grandi opere cantieristiche e promuovano politiche atte ad allentare il patto di stabilità. Non si sottovaluti – conclude Palma – che il cementificio materano rappresenta una grande opportunità occupazionale e produttiva per l’intera realtà materana”.


Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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