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31/12/2012 10.54.06 - Articolo letto 2901 volte

“I Sassi di Matera, trekking e religione alle Porte del Mediterraneo”, occasione di ascolto

I Sassi di Matera, trekking e religione alle Porte del Mediterraneo I Sassi di Matera, trekking e religione alle Porte del Mediterraneo
I Sassi di Matera, trekking e religione alle Porte del Mediterraneo I Sassi di Matera, trekking e religione alle Porte del Mediterraneo
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Il convegno si è svolto il 22 dicembre scorso presso Palazzo Viceconte, messaggio pubbliredazionale
Matera Il giorno 22 dicembre 2012, nella sala del Palazzo Viceconte a Matera, l'Associazione Culturale Casa D'Imperio ha organizzato il convegno “I Sassi di Matera, trekking e religione alle Porte del Mediterraneo” quale soggetto attuatore dell'evento finanziato dai fondi FERS nel programma PIOT "Matera e collina".
Il convegno è stato un’occasione di ascolto e confronto tra religioni, paesaggi, musiche e racconti di un popolo unico. E' intervenuto il Questore della città di Matera lodando l'iniziativa e sottolineando che solo attraverso la conoscenza e il dialogo interreligioso le nostre città diventano più sicure. Il teologo Daniele Giacoia ha relazionato sul tema della libertà religiosa in Italia. Al riguardo ha sottolineato che in merito l’ordinamento italiano prevede ben 4 diversi gradi di libertà religiosa, che costituiscono oggettivamente una discriminazione tra i cittadini  delle diverse fedi, privilegiandone alcuni e limitando la libertà effettiva degli altri. In particolare si distinguono in:
1)      Il Concordato Cattolico
Questo tipo di accordo non riguarda solamente la libertà religiosa, ma innumerevoli altre materie,  trattandosi di un ‘accordo internazionale’  tra due stati sovrani, lo Stato Italiano e, lo Stato Città del Vaticano. Ciò pone oggettivamente la Chiesa Cattolica in una posizione estremamente privilegiata rispetto a tutte le altre confessioni religiose. Questa gode di fatto  una sorta di regime di monopolio della religione in Italia. 
2)      Le Intese
L’art. 8 della Costituzione, al terzo comma prevede (non si capisce bene se si tratti d’una facoltà o dell’obbligo) che “I … rapporti  [tra le confessioni e]  lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze”. Ma dall’entrata in vigore della Carta Costituzionale, del 1948,  questo articolo, di fatto non è mai stato applicato, sino al 1984, e soltanto per pochi ‘fortunati’, e solo dopo lunghe, ed estenuanti trattative. Ci  sono voluti 36 anni dall’entrata in vigore della Costituzione prima di vedere approvate le prime Intese.  La prima Intesa fu quella dei   ‘Valdo-Metodisti’, del febbraio del 1984, a seguire quella delle ‘Assemblee di Dio in Italia’ (ADI) e gli ‘Avventisti del Settimo Giorno’ (UICCA ), del 1986, poi quella dell’’Unione delle Comunità Ebraica’ (UCEI) del 1987, e dell’’Unione Battista’  (UCEBI), ed infine quella della ‘Chiesa Luterana’ (CELI) del 1983; 30 luglio 2012: Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale (legge 30/07/2012 n. 126); Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni (legge 30/07/2012 n. 127); Chiesa Apostolica in Italia’ (legge 30/07/2012 n. 128 ); l’11 dicembre 2012 in via definitiva alla Camera è stata approvata l’intesa dello Stato italiano con le comunità religiose dei  Buddhisti e induisti. Si tratta delle prime intese con religioni non provenienti dall’ambito giudaico cristiano e danno, tra l’altro, la possibilità di accedere ai fondi dell’8 per mille. In tutto undici.
3)      La Legge sui Culti Ammessi
La Legge 1159, emanata dal Governo Mussolini il 23 giugno nel 1929,  sui ‘Culti Ammessi’,  e tutt’ora in vigore, interessa la gran parte delle comunità religiose non cattoliche. La legge dei ‘Culti Ammessi’ prevede due diversi livelli di riconoscimento, uno relativo alle confessioni con personalità  giudica, e l’altro per quelle prive di personalità  giudica. Nel secondo caso, queste possono solo ottenere l’approvazione della nomina dei propri ministri di culto, necessaria per la celebrazione  dei matrimoni con effetti civili, e per svolgere, sia pure con molte limitazioni,  il proprio ministero negli ospedali o nelle carceri.
4)   In una posizione di ulteriore discriminazione si trovano le comunità religiose  prive di qualsivoglia riconoscimento, spesso per propria scelta, o per l’eccessiva farraginosità della burocrazia  nel concedere il riconoscimento.  
Un capitolo a parte ha evidenziato Giacoia è quello che riguarda il disegno di legge sulla libertà religiosa
Infatti, già a partire dal 1989, l’allora capo del governo,  Ciriaco De Mita (in carica dal 13 aprile 88, al 22 luglio 89), cominciò a considerare la necessità di  una nuova legge sulla libertà religiosa, che superasse  la vecchia norma dei Culti Ammessi.  In seguito, per l’esattezza il 13 settembre dello stesso anno, il progetto venne assunto dal governo Andreotti, in carica due anni, ma il progetto di legge non giunse nemmeno in aula.
Questo venne  poi ripreso nel corso della XIII legislatura, (in carica dal 9 maggio 1996 al 29 maggio 2001) dai governi Prodi, D’Alema e Amato. In quella occasione fu incaricato come relatore del l’On. Domenico Maselli, deputato dei cristiano sociali, storico del cristianesimo e Pastore evangelico. Ma neanche allora si riuscì a portare in aula il progetto per il voto finale. 
In seguito nel 2001, fu Valdo Spini (DS) a riprendere in mano il ddl, Berlusconi era capo del governo, e si disse favorevole. Bondi fu nominato relatore. Ma a seguito dell’opposizione della Lega di Bossi, ancora una volta il progetto di legge finì nel cassetto. 
Un ulteriore tentativo venne fatto alla Camera nel corso della legislatura successiva, con lo stesso Valdo Spini e Marco Boato (Verdi). Questa volta fu incaricato come relatore Roberto Zaccaria (PD), mentre Lucio Malan (FI), presentò analogo progetto al Senato. Ma dopo varie audizioni della Commissione affari Costituzionali, a cui presero parte anche i rappresentanti di tutte le confessioni religiose e dopo una lunga discussione, il ddl fu nuovamente accantonato, per l’opposizione della chiesa cattolica. L’allora segretario della CEI, mons. Giuseppe Betori, disse con chiarezza davanti alla Commissione, che non si poteva accettare che la chiesa cattolica fosse messa sullo stesso piano delle altre confessioni minoritarie.
Successivamente Domenico Cristallo ha illustrato l’attività dell’Associazione Corban, impegnata a promuovere il dialogo interreligioso come fondamentale e necessario. Ciò anche in considerazione del quadro variopinto, che sta constatando la novità di una multireligiosità in atto in Italia, con l’islam ormai saldamente seconda religione per numero di aderenti oltre che per visibilità sociale, il protagonismo crescente di presenze antiche e minoritarie solo sull’arido piano delle cifre (ebrei, valdesi, ortodossi), l’aumento significativo del fascino di culti di derivazione orientale e di dottrine cristianeggianti particolarmente ramificate come i testimoni di Geova e i mormoni. Per vivere appieno il presente e il futuro segnati dai processi dell’integrazione europea e della globalizzazione planetaria, ha affermato Cristalli si è chiamati da un lato a conoscere più e meglio non solo lo stesso cristianesimo, ma anche le religioni diverse da quella cristiana, cercando di evitare i ricorrenti pregiudizi e i facili pressapochismi; e dall’altro, a educarsi pazientemente al dialogo e al confronto interculturali e interreligiosi.
Sono seguiti momenti di testimonianza e di presentazione delle tradizioni e culture religiose esposte da rappresentanti islamici, Senegal, Soka Gakkai, cristiano evangelici, Nigeria e Messico, Sik, India, e Baha'i Italia. La moderazione è stata affidata a Timoteo Papapietro.



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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