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21/12/2009 10.48.05 - Articolo letto 6600 volte

Emergenza lavoro in Basilicata

Media voti:  Emergenza lavoro in Basilicata - Voti: 0
La ricetta della Cisl illustrata a Ferrandina nel corso dell’assemblea regionale dei delegati
di GIOVANNI MARTEMUCCI
Ferrandina

“Le proposte Cisl per affrontare la crisi, per tutelare il lavoro, per promuovere lo sviluppo e sostenere le famiglie ed i più deboli”. Di tutto questo si è parlato lo scorso venerdì pomeriggio a Ferrandina presso la “Sala Caputi” durante la manifestazione regionale dei delegati Cisl di Basilicata. Al centro della discussione la “Emergenza sociale in Basilicata”. L’incontro è stato presieduto dal segretario provinciale di Matera, Giuseppe Amatulli. La relazione introduttiva è stata affidata a Giuseppe Camardo, segretario confederale regionale, mentre le conclusioni sono state tenute da Nino Falotico, segretario generale Cisl Basilicata.

“La crisi attuale che si protrae da diversi mesi ormai  – ha detto Amatulli – ha ampliato il quadro già precario della nostra  economia, con il risultato che le famiglie sono sempre più povere”. Sulla stessa scia, la relazione di Giuseppe Camardo. “Vi sono dati indicativi – ha tenuto ad evidenziare – sul fatto che quella del lavoro è la principale emergenza lucana : il tasso di disoccupazione con quasi l’11 per cento è tra i più alti del Paese, quello della disoccupazione giovanile è anch’esso tra i più alti d’Italia. Poi vi è una povertà relativa che si avvicina al 30 per cento, per cui una famiglia su tre vive questo stato di indigenza. In Basilicata, tra l’altro si registra uno dei più bassi tassi di ricerca e di investimenti in innovazione”. Camardo, inoltre si è soffermato sulla questione della reindustrializzazione della Valbasento: “Per poter parlare di processi seri – ha detto – dobbiamo parlare di bonifica perché le precedenti iniziative hanno inquinato, non solo i terreni su cui erano ubicate, ma hanno lasciato un segno incaccellabile  in tante famiglie per le numerose morti che si stanno verificando nei nostri paesi, di lavoratori a causa di sostanze killer come amianto, cloruro di vinile ecc.”. Poi le conclusioni del segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico. “Se l'unica classifica in cui primeggia la Basilicata – ha esordito - è quella poco onorevole della povertà, allora si può ben parlare di vera e propria emergenza sociale”. Così il è tornato a sollecitare con urgenza al governo regionale “un patto sociale per rafforzare il welfare al fine di contrastare la povertà e la disoccupazione che sta coinvolgendo fasce sempre più larghe della popolazione lucana. Il Centro studi della Cisl – ha continuato – stima per l’anno 2009 oltre 5mila esuberi, che portano la platea complessiva dei lavoratori in Cigo, Cigs e mobilità ad oltre 8mila unità. Occorre recuperare i ritardi accumulati nella realizzazione delle politiche di inclusione sociale, in particolare quelle relative alla non autosufficienza e alla cittadinanza solidale”. Emergenza che per la Cisl va affrontata prima di tutto sul terreno delle politiche per lo sviluppo ed il rilancio delle attività produttive. “Niente liste della spesa”, ha precisato il segretario della Cisl lucana ma, “una serie di provvedimenti mirati a combattere gli effetti della crisi sulle famiglie ed a rilanciare lo sviluppo, a partire da una misura programmatica, concertata con tutte le forze sociali, a sostegno delle produzioni, degli incentivi localizzativi, della logistica, delle politiche attive del lavoro e della formazione”. Nel breve periodo andranno invece privilegiate, secondo Falotico, “misure ad impatto rapido, come il rilancio delle opere pubbliche, un migliore accesso al credito per le imprese, lo sblocco dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, nonché misure di sostegno al reddito indirizzate ai lavoratori espulsi”. Falotico si è soffermato inoltre sulla “crescita della fiscalità locale” che in Basilicata, secondo un rapporto del Centro studi “Lazzati” e del Caaf Cisl è cresciuta a dismisura. “Il prelievo fiscale – ha spiegato– è un salasso non più sostenibile per quella categoria di contribuenti, in particolare lavoratori dipendenti e pensionati che le tasse le pagano fino all’ultimo centesimo, tanto da rappresentare il 90 % del totale dei redditi dichiarati ai fini Irpef. Emblematici i casi dei due comuni capoluogo. A Potenza si è registrato un aumento dell’addizionale Irpef del 60%, mentre a Matera del 167%. E’ invece rimasta invariata nello stesso periodo l’aliquota allo 0,9 % dell’addizionale regionale. Lo sblocco delle addizionali ed il nuovo calcolo della base imponibile – ha concluso Falotico - hanno determinato una forte crescita della tassazione locale sul reddito, che ha finito per erodere sensibilmente il reddito disponibile delle famiglie”.




Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
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