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09/05/2012 19.10.24 - Articolo letto 6070 volte

Festa della Mamma 2012, il MUSMA c'è

Libero Andreotti, La sculacciata,1920 Libero Andreotti, La sculacciata,1920
Antonietta Raphael, La grande Genesi 4, 1960 Antonietta Raphael, La grande Genesi 4, 1960
Vittorio Tavernari, Maternita, 1977 Vittorio Tavernari, Maternita, 1977
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Invito con i propri bambini a trascorrere un pomeriggio in attività didattica “Appartiene a me e a lei”
Matera Domenica 13 maggio 2012,dalle ore 16.00 alle 19.00,in occasione della FESTA DELLA MAMMA, il MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera, invita le mamme con i propri bambini a trascorrere un pomeriggio, giocando creativamente, attraverso l’attività didattica “Appartiene a me e a lei”. Partendo da alcune opere presenti nella Collezione del MUSMA e legate al tema della maternità, mamme e bambini compiranno un percorso ludico all’interno degli spazi museali per poi concluderlo nel laboratorio attrezzato della Sala della Didattica dove saranno impegnati nella realizzazione di un manufatto in gesso che rifletta la loro condizione sollecitata dall’opera d’arte.
A poche settimana dalla scomparsa della giornalista Miriam Mafai (Firenze, 1926 – Roma, 2012), figlia della grande scultrice lituana Antonietta Raphaël (Kovno, LT, 1895 – Roma, 1975), l’attività didattica ha come tema centrale le sculture La grande Genesi n. 4, La grande Genesi n. 2  e Busto di Simona, opere in gesso e in terracotta realizzate dalla Raphaël tra il 1937 e il 1960. Il tema della maternità, infatti, ha da sempre nutrito la creatività dell’artista lituana. Icorpi di donna, talvolta possenti e spesso mutilati, la maternità, intesa come potenza generatrice, i ritratti di famiglia, parlano dell’aspetto forte e severo della Raphaël ma anche della sua solitudine. Alla domanda, quale fosse lo scopo della sua arte, la Raphaël rispose: «Lavoro, ho sempre lavorato a un soggetto: la madre con il bambino, cioè la genesi e la maternità. Come maternità intendo l’inizio del mondo, l’inizio delle cose, di tutte le cose».
La femminilità di Antonietta Raphaëlsi esprime anche nella scelta dei soggetti da rappresentare, nella predilezione per le figure umane a lei più vicine, soprattutto le figlie Miriam, Simona e Giulia, le sue modelle preferite, protagoniste di quadri e di sculture entrate nella storia dell’arte del Novecento. Nonostante tale impronta connoti in maniera significativa tutte le manifestazioni artistiche dell’unica donna presente nel “gruppo di via Cavour” (Scipione, Mafai, Raphaël), il solo, in quegli anni, aperto all’Europa, l’indole della scultrice prescinde dalle convenzioni sociali, sfugge ai limiti di qualunque cliché. Antonietta è una donna colta, viaggia da sola, non ama cucinare, porta abiti comodi o stravaganti che sottolineano la sua “diversità” di orientale. Questo modo di essere in un’Italia cattolica e fascista, dove la donna è relegata a un ruolo subalterno, la forza e il rigore che le sue sculture trasmettono, faranno dire a Marino Marini nel 1938: «Lei non è scultrice, è scultore, signora: non deve aver paura di chiamarsi scultore».
La figlia Miriam, scomparsa lo scorso 9 aprile, così ricordava la madre in occasione dell’antologica che il Circolo La Scaletta di Matera le dedicò nel 2003 nel complesso rupestre di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci: «Nel salone, trasformato in studio, ristagnava l’odore della creta molle e dei panni umidi con i quali mia madre avvolgeva ogni sera le sue opere. Non era mai del tutto soddisfatta del risultato. Su molte opere ha lavorato per anni. Toglieva, tagliava, in qualche caso amputava. Cercava, con feroce determinazione, l’essenziale. Era una lavoratrice instancabile. Le bastavano poche ore di sonno. Si alzava all’alba per riprendere in mano i colori o la cazzuola. Per riposarsi si metteva al pianoforte (si era diplomata giovanissima al Conservatorio di Londra), insistendo per ore sui passaggi più difficili di Beethoven o di Bach. Aveva una determinazione, una capacità di lavoro che teneva tutte noi sulla corda, quasi un rimprovero vivente per chi amava dormire, sognare, oziare, perdere tempo. È forse inevitabile che le figlie incontrino le madri molto tardi, a volte addirittura quando è arrivato il tempo degli addii. È accaduto anche a me. Così può accadere che, sentendoti in debito, continui a lungo a fare i conti con lei, con ciò che ti ha dato e ciò che non ti ha dato, con ciò che ti ha chiesto e tu non hai saputo o voluto darle. Nel caso poi in cui tua madre sia Antonietta Raphaël, questi conti sei costretto a farli anche, e forse soprattutto, di fronte ai suoi quadri o alle sue sculture. Ognuno di questi rimanda a qualcosa che mi appartiene, o meglio che appartiene a me e a lei. Un gesto, una giornata, una voce. Ma anche, talvolta, uno scatto d’ira, un rifiuto, un'incomprensione. Ogni quadro, ogni scultura ha una sua storia. Spetta ai critici dire la loro. Ma per me, sua figlia, questa mostra dei Sassi, rappresenta anche un nuovo, tardivo emozionante incontro con mia madre».
   Sull’onda di questa emozione, l’incontro delle mamme con i propri figli, davanti a una scultura della Raphaël, potrà significare la scoperta e la manifestazione di sensazioni non ancora espresse.
Il costo dell’attività didattica è di € 10,00 (comprensivo della partecipazione del figlio/i). É consigliata la prenotazione chiamando al numero 366 9357768 o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica info@musma.it .
 
“appartiene a me e a lei”
Attività didattica per la festa della mamma
13 maggio 2012
Dalle ore 16.00 alle 19.00
Costo: €10,00 (comprensivo della partecipazione del figlio/i)
Prenotazione: tel 3669357768 - email: didattica@musma.it



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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