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07/05/2012 12.28.52 - Articolo letto 7855 volte

Il dizionario Materano / Italiano di Antonio D'ercole

Voci di Sassi Voci di Sassi
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Continua con la lettera L e M
Matera Dizionario Materano / Italiano , "Voci di Sassi" di Antonio D'ercole

Lettera L

L’mèsn: elemosina.
L’mìn: fiammiferi, lumino.
L’mòcch: 1) fango, melma, fanghiglia, 2) persona o cosa spregevole.
L’nòzz: vinaccia.
L’òrch: 1) l’arco, 2) itterizia.
L’pìn: lupini.
L’strè: tergere, luccicare, brillare.
L’vè: togliere, l’atto e l’effetto del detrarre, spostare, rimuovere, levare.
L’vèt: 1) lievito, pasta che ha già subito il processo di fermentazione, che si unisce in piccola quantità ad altra pasta, perché lieviti, 2) detto anche per tolto (levato).
Lagnè: il lamentarsi, dolersi con lamenti, protestare.
Lagnìdd: piagnucolio lungo, noioso, proprio dei bambini.
Lagnìs: lagnoso, che si lamenta, incontentabile.
Lagnors: lagnarsi, gemere, manifestare il dolore con lamenti, ma senza articolare parole.
Laianer: matterello, cilindro di legno per spianare la pasta.
Lall: brutto, spregevole, che è degno di disprezzo, brutto in generale.
Lambascìn: lampascione, cipollaccio.
Lambèr: lampara, lume chiuso fra pareti di vetro, usato per carri agricoli.
Lambjòn: lamione, grande monovano, deposito.
Lamc: endice, uovo di gesso che si mette nel nido delle galline, perché ci facessero l’uovo… vero!
Languìdàzz: languidezza, indebolimento generale, debolezza, languore.
Lànguj: lingua.
Lanìs: lanoso, cane lanoso.
Lannìggh: cotechino di maiale.
Lanuzz: mingherlino, sciupato, malridotto.
Lanz: 1) benda, fascia, lista, 2) striscia di terreno.
Lanzìt: alto, di statura superiore alla media.
Làp: voracità, gran fame.
Lapòn: calabrone.
Lappscè: 1) ingozzarsi, mangiare con avidità, riempirsi troppo, mangiare facendo schioccare la lingua, 2) fare illecitamente guadagni facili e illeciti.
Lapudd: lapillo, frammento di roccia.
Làr: 1) loro, essi, esse.
Lardamint: leziosità, smorfia.
Lariàn: slargo, piazzale.
Lariàzz: ampiezza, larghezza.
Lasc: leggere.
Lassè: lasciare, non portare con se, abbandonare.
Lattìch: lattuga.
Lavannèr: lavatoio, lavandaio.
Lavè: lavare, pulire una cosa o una persona con acqua.
Lavèt d chèp: “lavata di testa”, ramanzina rimprovero, ammonimento.
Lavèt: lavato, purificato.
Lavinij: 1) rigagnolo, corrente d’acqua cagionata da pioggia, piena.
Lazzaròn: lazzarone, monello, screanzato, ineducato.
Lebbr: lepre.
Legg: 1) loggia, balconata, 2) anche la tempia, parte laterale della fronte.
Lèj: alone.
Len: lana.
Lèt’: esteso, ampio, diffuso.
Lìbbrùcch: leprotto.
Lìccàn: allocco, detto di persona imbambolata, incantata, distratta e stupida.
Lìccannìdd: 1) goloso, bramoso, avido.
Lìcch’l: urlo, ululato, grido.
Lìcch’lè: gridare, urlare senza garbo, a squarciagola, emettere la voce con tono alto, rimproverare con voce forte e concitata.
Liciart: lucertola.
Liciolett: luce elettrica.
Liè: legare, attaccare, unire insieme una cosa ad un’altra, annodare.
Lìggh: luglio.
Lignògg: lignaggio, discendenza di famiglia.
Lìjm: legumi.
Lijòn: 1) legna in genere, 2) leone.
Limbr: mora, frutto di gelso.
Lìsc: luce.
Lisciamìnt: lisciamento, lusinghe.
Lisciùgn: lucignolo, cordoncino o fascetta che s’infila e s’accende nelle lucerne e lumi.
Lìss: lusso.
Lìssì: liscivia, ranno.
Lìstr: “lustro”, chiarore, bagliore, lucentezza.
Lìt: litigio, diverbio, lite.
Lìtt: 1) letto, 2) lutto.
Ljciùgn: lucignolo.
Ljddìchè: litigare, contendersi qualcosa.
Ljggìr: leggero.
Ljgnèm: legname.
Ljmàn: limone.
Ljmnèt: limonata, spremuta di limone con acqua e zucchero.
Ljmtòn: alto limite, “limitone”, ciglione, terreno rialzato.
Ljnguaccìt: linguacciuto, persona maldicente, pettegola, che ha la lingua lunga.
Ljntàcch: lenticchie.
Ljpàn: vorace, insaziabile come un lupo.
Ljpèmb: lupo mannaro.
Ljppìs: acre, acerbo, non maturo.
Ljsciùgn: lucerna, lume ad olio campagnolo.
Ljsciùtm: sano, integro, in buone condizioni di salute (lett. “legittimo”).
Ljstrè: lustrare, brillare, risplendere, scintillare.
Ljstrònd: splendente, che splende, lucente, brillante.
Ljttàr: lettiera, giaciglio campagnolo, misero letto di cenci, paglia o foglie.
Ljttcìdd: lettino, letto singolo.
Ljttrìciust: elettricista, chi per professione installa o ripara impianti e apparecchi elettrici.
Lobbs: lapis, matita, pastello.
Loch’m: lacrime.
Logn: lagna, lamento, lagnanza.
Logna’sàj: tempra, carattere, tendenza.
Lomij: “lamia”, volta, solaio.
Lond: frazione di terreno, che si stabiliva nel lavoro e nella raccolta di legumi, cereali o altro.
Lònmì‘mbèsc: “anima in pace”, rassegnazione.
Lòp: 1) arpione con diversi uncini, per arpionare e recuperare i secchi caduti nei fondi dei pozzi 2) affamato.
Lopd: lapide, pietra sepolcrale con incisa epigrafe.
Lord: lardo, grasso di maiale.
Lordìj: telaio casalingo per tessere.
Lorìj: largo.
Lòs: accusa, colpa, imputazione (generalmente ingiustificata).
Lostr: lastra, vetro.
Lot: 1) fango, melma
Lott i sògn: ben nutrito, ben pasciuto (“latte e sangue”).
Lott: latte.
Lòur: lauro, alloro.
Lozz: lacci, stringhe.
Lubbr: libro.
Lucch drutt: il beniamino, il preferito di tutti (lett. “l’occhio destro”).
Lucch: vista.
Luch: luogo, posizione, posto.
Luch’luch: mogio mogio, scoraggiato, privo di vivacità.
Lugn: lungo.
Lumnazion: illuminazione, luminaria, grande quantità di luci accese, in occasione di una festa pubblica e cittadina.
Lundì: lunedì.
Lunn: uova di pidocchi, depositati dal parassita sull’uomo.
Lusc: liscio, levigato, piano, morbido.
Lustèss: “lo stesso”, altrettanto, allo stesso modo, ne più ne meno.
Lutr: litro.  

Lettera M

‘Mbàccì: impazzire, tribolare per risolvere qualcosa, essere inquieto, insoddisfatto.
‘Mbacnè: 1) ammuffire, prendere la muffa, 2) rinchiudersi in casa, stare ritirato.
‘Mbacnèt: ammuffito, roso da tarli.
‘Mbàcond: a vuoto, infruttuoso, vano, inutile, che non ha portato o non porta frutto o vantaggio (“vacante”).
‘Mbàdd: bolla, pustola, vescichetta sulla pelle.
‘Mbàgghièt: imbarazzato di stomaco, di intestino, ingombro di cibo, pesante di stomaco per cattiva digestione (lett. “che ha mangiato troppa paglia”).
‘Mbàjanìdd: impegnati, impicciati, affaccendati, occupati, infervorati.
‘Mbàjor: a favore, che acconsente o approva, propizio, vantaggioso.
‘Mbàlzamè: imbalsamare, mummificare.
‘Mbànd: alla punta, in punta, all’estremità.
‘Mbànn: 1) “imporre”, 2) caricare, porre un peso su una persona.
‘Mbàppunè: impappinare, confondere, imbrogliare, impaperarsi.
‘Mbàpucchiè: infinocchiare, ingannare, imbrogliare (lett. “impapocchiare”).
‘Mbarè: imparare, apprendere.
‘Mbarnè: 1) infarinare, cospargere di farina una vivanda, 2) insegnare in modo frettoloso.
‘Mbàrr: fodere in genere, il tessuto con cui si ricopre la parte interna dei vestiti.
‘Mbascè: rappacificare, pacificare, conciliare.
‘Mbascèt: 1) ambasciata, 2) l’atto e l’effetto del pacificare, pacificazione, conciliazione.
‘Mbascné: ammuffire.
‘Mbassè: fasciare, avvolgere con fascia, cingere, stringere.
‘Mbàstrè: legare un animale per le zampe, impedendogli ogni movimento, immobilizzare.
‘Mbattè: impattare, arrangiarsi alla meglio, contentarsi, accomodare, aggiustare, pareggiare.
‘Mbàtuè: “infatuare”, incantare.
‘Mbàtuì: incantarsi, stupirsi, infatuarsi.
‘Mbdìj: impedire, proibire, ostacolare.
‘Mbdìt: impedito.
‘Mbèc: invece, anziché, in cambio di, in luogo di, al contrario.
‘Mbègn: impegno, obbligo che si è preso volontariamente o che si deve assolvere per dovere, vincolo, fervore, sollecitudine.
‘Mbèm: infame, che ha fama disonorevole, scellerato, perverso, turpe.
‘Mbèst: tempesta, lo scorrere dell’acqua piovana sulle strade dopo il temporale, forte corrente d’acqua.
‘Mbèttaziòn: infezione, contaminazione.
‘Mbiàjèt: impiegato d’ufficio.
‘Mbiàmmèt: infiammato, infettato.
‘Mbìccèt: 1) impicciato, occupato da impegno, impedito, vincolato, non libero, 2) che si inserisce negli affari altrui.
‘Mbìcchìj: invecchiare, diventare vecchio, far sembrare vecchio.
‘Mbìcciòrs: impicciarsi, ingerirsi in una faccenda, intromettersi nei fatti degli altri.
‘Mbìccìs: impiccione, fastidioso, che suscita fastidio, noioso, molesto.
‘Mbìchèt: 1) che si è impiccato, 2) cosa o persona che si trova in posizione molto scomoda e alta.
‘Mbìdment: impedimento, ostacolo.
‘Mbìnn: 1) “in fondo”, 2) profondo, che si interna, che penetra molto in basso, penetrante.
‘Mbiòstr: impiastro, sgraziato, goffo, malfatto.
‘Mbìquè: infuocare, infervorare, infiammare, incollerire, accendere di passione o di entusiasmo, scaldare.
‘Mbìrddàsc: irritasi, diventare verde.
‘Mbìrn: inferno.
‘Mbìrnè: infornare, introdurre nel forno.
‘Mbìrnìt: essere in lite, offeso.
‘Mbìs: furbo, smaliziato, astuto, scaltro, malandrino (lett. ”appeso”, da impiccare o “impiccato”).
‘Mbìscet: incerata, tela resa impermeabile da un sottile strato di cera mescolata con sostanze resinose e oleose (usata prima dell’arrivo della plastica).
‘Mbìsmè: inamidare, dare amido alla biancheria da stirare, perché acquisti rigidezza e lucentezza.
‘Mbìsmèt: inamidato, rigido, elegante.
‘Mbìstòn: impostore: falso, chi è solito non dire la verità, ipocrita.
‘Mbìstrigghiè: coinvolgere, trascinare uno in una questione spiacevole.
‘Mbìt: 1) invito, biglietto stampato o scritto a mano, con cui si invita una persona ad un ricevimento, cerimonia, conferenza e simili 2) veglia funebre, non dormire.
‘Mbìtè: invitare, chiamare qualcuno in un luogo, perché prenda parte a cosa gradita.
‘Mbitèt: invitato, chiamato a presentarsi, convocato.
‘Mbìtrè: diventare di pietra, gelare, sentire molto freddo.
‘Mbìttè: infettare, diffondere un’infezione, inquinare, corrompere.
‘Mbìttìs: fastidioso, molesto, provocatore.
‘Mbìttìt: imbottita, trapunta, coperta da letto imbottita, (generalmente di bambagia o lana).
‘Mbìvàsc: rivivere, tornare a vivere.
‘Mbìviscìt: redivivo, risorto, rinnovato.
‘Mblè: infilare, passare un filo attraverso la cruna dell’ago o altro.
‘Mblèt: 1) infilato, molte cose disposte in fila, 2) serie di parole dette senza sosta.
‘Mblìuènz: influenza, epidemia non grave.
‘Mblònz: incerto, oscillante, che può essere preso in diverso significato, ambiguo, titubante, indeciso (lett. “in bilancia”).
‘Mbònn: caricare, imporre pesi sulle spalle di qualcuno.
‘Mbraclìs: persona facilmente impressionabile (lett. “miracoloso”).
‘Mbràj: a breve, prossimo di tempo, che deve accadere in breve tempo.
‘Mbranèt: confuso, disordinato, non chiaro.
‘Mbrann’s: litigare con qualcuno, bisticciarsi.
‘Mbras: 1) traccia, orma o segno lasciato sul suolo, 2) il broncio, la lite, rancore.
‘Mbrasc’chè: imbrogliare, truffare, ingannare, confondere.
‘Mbrasc’tìt: infradiciato, guasto, marcio.
‘Mbrattàr: donna pettegola, che dice male degli altri spesso e volentieri, maldicente, ciarliera.
‘Mbrattè: imbrattare, insudiciare, sporcare, macchiare.
‘Mbrell: ombrello.
‘Mbrìachè: ubriacare, far perdere il lume della ragione.
‘Mbrìachèt: 1) ubriaco, 2) confuso, non chiaro, disordinato, turbato.
‘Mbrìccquè: solcare il terreno, tracciare con l’aratro, suddividere con solchi.
‘Mbrièch: ubriaco, ebbro, alterato per aver bevuto molto vino o liquori.
‘Mbrìgghiàn: imbroglione, truffatore.
‘Mbrigghlè: imbrogliare, ingannare, truffare, confondere.
‘Mbrìgghlèt: 1) imbrogliato, ingannato, confuso, truffato, 2) intrico di fili arruffati, 3) situazione intricata.
‘Mbrìjacàzz: sbornia, ubriacatura, ebbrezza.
‘Mbrìjacon: ubriacone, chi per vizio si ubriaca.
‘Mbrìjantèt: imbrillantarsi, ingioiellarsi, adornarsi di gioielli.
‘Mbrìllèr: ombrellaio, ambulante riparatore di ombrelli.
‘Mbrìm: prima, presto, in breve tempo, innanzi tutto, in minor tempo.
‘Mbrìmmè: 1) informare, ragguaglio intorno a persone o cose, 2) anche mettere qualsiasi cosa in forme precostruite.
‘Mbrìmmèt: informato.
‘Mbrìmmìr: infermiere.
‘Mbrìs: in lite, in disaccordo, in dissidio, in contrasto.
‘Mbrìst: prestito, l’effetto del prestare.
‘Mbrìstè: prestare, dare una cosa in prestito.
‘Mbrìstlèt: unto, sporco di sostanza grassa o di altro.
‘Mbrìvon: moccioso, marmocchio.
‘Mbrìvudd: morbillo, vaiolo.
‘Mbròcl: miracolo, cosa non sperata, incredibile, che sfugge alle leggi della natura, grazia, prodigio.
‘Mbrùgghl: imbroglio, intrigo, inganno, groviglio.
‘Mbtè: invitare, chiamare a prendere parte a…
‘Mbùcc: impiccio, fastidio, molestia, la causa della molestia.
‘Mbùcuè: 1) infuocare, riscaldare eccessivamente, divenire rosso in viso, 2) incitare.
‘Mbùcuet: infuocato, che è molto caldo, cocente, che scotta, veemente.
‘Mbùgn: tomaia, la parte della scarpa che ricopre il piede all’intorno.
‘Mbùssèss: vigoroso, in salute, gagliardo, in benessere (lett. “in possesso”).
‘Mbùttìj: imbottire, farcire, riempire.
‘Mbùttìt: imbottito, riempito di qualsiasi cosa, farcito.
‘Mpanè: 1) impanare, avvolgere le vivande nel pane grattugiato prima di friggerle, 2) fare la spirale ad una vite.
M’nzèn: medio, che sta in mezzo, intermedio.
M’scatìr: laterali di pane molliccio, dovuto all’at-taccarsi con altro pane, senza crosta.
Ma.bdà!: vedremo!, dobbiamo vedere!
Ma’ggì: andremo.
Macardìj!: volesse il cielo, magari, volesse Dio!
Maccarìn: 1) maccheroni, 2) botte, percosse.
Maccaròn: persona buona a nulla.
Maccatìr: fazzoletto da naso, pezzo quadrato di tela.
Macciàmon: poco gentile, indelicato, grossolano.
Maciànn’l: arcolaio, arnese che serve per dipanare le matasse.
Macìdd: macello, mattatoio.
Macjddè: maciullare, dirompere, stritolare, frantumare.
Macné: macchinare, ordire qualcosa contro qualcuno, preparare insidie, tramare.
Macnòrij: macchine usate per particolari lavori.
Macnùst: macchinista, manovratore.
Macogn: magagna, difetto nascosto, in genere, di cosa, persona, vizio morale.
Macòm: eccome!, altro che!, sicuramente!
Maffìjs: “mafioso”, vanitoso, vanesio, pieno di vanità.
Maffìttòn: schiaffo a palmo aperto, dato con forza.
Maggjnazion: immaginazione, immagine, apparenza.
Maisì!: escl. non sia mai!, che non avvenga!, che non si verifichi!
Maiustr: conca in argilla, usata per l’impasto del lievito.
Màj!: adesso!, ora!, in questo momento!
Majazzìn: magazzino, deposito.
Màl: miele, sostanza dolcissima prodotta dalle api.
Mal’cristièn: mal cristiano, perverso, che ha l’animo pervertito dalla cattiveria, perfido, malvagio.
Malacrìjonz: male creanza, maleducazione, scortesia.
Maladdicuèt: maleducato, disobbediente, che non ubbidisce, indisciplinato.
Malalenguj: “malalingua”, maldicente, che non ha pudore nel parlare, licenzioso, scurrile.
Malannet: cattiva annata, scarso raccolto.
Malarijscìt: male riuscita, insuccesso in qualsiasi cosa, fallimento.
Malasalìt: “malasalute”, cagionevole, malaticcio, facile ad ammalarsi, debole.
Malasandèt: “mala salute”, cattiva salute, malanno, malattia cronica.
Malasert: malasorte, sfortuna.
Malcapì: fraintendere, capire una cosa per un’altra, interpretare male, non chiara.
Maldìsc: maledire, condannare, augurare male, augurare sventure; diffamare una persona.
Maldùtt: maledetto, insopportabile.
Malet: malato, colpito da malattia.
Malìgn’tè: malignità, malizia, astuzia maligna, furberia, conoscenza del male.
Maljclòr: “malcolore”, pallore, colore pallido, cereo.
Maljmbarè: viziare, abituare male, educare mollemente.
Maljmbarèt: maleducato, viziato, che ha vizi, corrotto.
Maljncnì: malinconia, tristezza, mestizia.
Maljùrn: malvagio.
Malùgn: maligno, persona che per cattiveria interpreta sempre male le parole e le azioni altrui.
Malùzij: malizia, furberia, cattiveria.
Malvtùgn: birbante, poco onesto, furbacchione, (lett. “cattivo vitigno”).
Mamèj: mamma, presso i contadini.
Mamma’jrònn: nonna, “mamma grande”.
Mammè: il nome di mamma, presso il ceto medio.
Mammèr: levatrice, ostetrica; “mammàra”.
Mammònn: nonna, “mamma grande”.
Manàr: maniere, garbo, cortesia.
Manavlan: stizzoso, collerico, che si adira facilmente, irato, rabbioso, “che mena veleno”.
Mancìn: mancino, sinistro.
Mandnà: mantenere, reggere, sostenere.
Manett: chiavistello, ferro scorrevole, che assicurava la chiusura di porte e portoni.
Mang: mungere, sfruttare al massimo qualcuno.
Mangè: mangiare.
Mangiasìl: “chi mangia da solo”, opportunista, egoista.
Mangiòbl: mangiabile, commestibile, mangereccio.
Manì: mania, eccessivo attaccamento a persone o cose.
Manìcch: fascina di legna o sarmenti da bruciare.
Manièt: accozzaglia di persone o cose, moltitudine.
Manìpl: manubrio, impugnatura per dirigere una macchina, una bici e simili.
Manìr: maniera, modo di essere o di agire, creanza, garbo, modi convenzionali.
Maniscè: maneggiare, palpare con le mani, maneggiare con destrezza checchessia.
Maniscèt: maneggiato, manomesso, guastato.
Mànj!: su!, mena!
Mann: mammelle, nelle femmine dei mammiferi e nelle donne, seno.
Mannarìl: piccone.
Mannè: mandare, inviare, spedire cosa o persona in un luogo.
Mannèggh!: mannàggia!
Mannìl: asciugatoio, asciugamano.
Manopott: monopattino, un tempo costruito direttamente dai ragazzi dei Sassi.
Mantillìn: mantellina in lana, di misure ridotte e senza maniche, che si metteva sulle spalle delle donne e vecchi.
Mantnìment: mantenimento, sostegno, alimento, vitto, sostentamento.
Mantùgl: tessuto-telo, utilizzato dai contadini per coprire il dorso degli animali, durante un’improv-visa pioggia.
Manuèl: manovale, operaio addetto ai lavori pesanti, garzone del muratore.
Manùgg: colui, o colei che amministra i conti in famiglia, amministratore.
Manumel: meno male!
Mappìn: 1) strofinaccio da cucina in genere, 2) anche schiaffo.
Maravett: rana, ranocchio.
Maravigghiè: meravigliare, stupire, sbalordire.
Maravuggh: meraviglia, stupore, sorpresa.
March: marchio, legno grezzo e scolpito a mano, per segnare i pani al forno.
Masc’ch: contagia (lett. “mischia”).
Mascalzon: mascalzone, farabutto.
Mascì: 1) magia, malia, 2) detto anche di terreni a coltura diverso da frumento.
Masciàs: maggese, coltura alternativa al frumento per migliorarne la produttività.
Mascièl: mago, stregone, imbroglione, fattucchiere.
Mascièt: stregata, affatturata con malia.
Mascné: macinare, ridurre in farina cereali e simili.
Mascnìdd: macinino da caffè.
Masnìcal: basilico.
Mass: messa, cerimonia religiosa.
Massarì: masseria, fattoria.
Massàrol: museruola.
Massèr: massaio, massaia.
Mast: maestro di arte, mastro.
Mastagghiòn: erculeo, robusto, forte.
Mastèr: sellaio, chi fabbrica, vende o ripara selle e altri finimenti per cavalli.
Màt: 1) mietere, 2) moda, 3) grosso cumulo di paglia e covoni (“meta”).
Matarozz: materasso pieno di lana, crine, ma anche di piume, di foglie di granturco e di semplice paglia.
Matarrès: materano, cittadino di Matera (“mate-rese”).
Matassèr: asta in legno, avente ad un estremo un lungo chiodo e, all’altro, una forcina, per consentire, un tempo, l’ammatassamento di spago, lana ecc.
Matèrij: pus, marcia.
Matnèt: mattinata, “lauda” fatta di mattino, serenata, canto a dispetto nei Sassi, a Carnevale.
Matoss: matassa.
Matrà: matrigna.
Matrassèr: materassaia, artigiana che cuciva e imbottiva i materassi.
Matrièl: “materiale”, poco gentile, volgare, grossolano, rozzo.
Mattnèt: 1) rivestimento del suolo di una stanza, 2) anche la “mattinata”, parte del giorno.
Mattvòggh: pipistrello.
Mazzìrch: mazurca, ballo.
Mdìdd: midollo. Ragazze in maschera
Marciallàpìt: marciapiedi.
Mard: merda, feci.
Mardè: maritare, dare marito, prendere marito.
Mardèt: donna sposata, coniugata.
Margèll: manico in legno non levigato, per vari usi.
Marijlùz: marioleria, ruberia, furto, specie se continuato.
Marìt: marito, coniuge, congiunto.
Mariùl: mariolo, ladro.
Marmùtt: marmitta, pentola.
Marong: arancia.
Marpiòn: marpione, scaltro, volpone.
Marr: 1) gregge di pecore, 2) moltitudine di persone.
Martèll: mortella, mirto.
Martìdd: martello.
Martillìn: fune per avvicinare le fasce in ferro alle ruote del traino, e fare da azione frenante; freno.
Martrìzzè: martirizzare, torturare fisicamente e moralmente.
Mas: mese.
Masc’carèt: mascherato, maschera.
Masc’carìn: la parte anteriore, sovrapposta alla punta della tomaia delle scarpe.
Medd: 1) molle, cedevole al tatto, floscia, soffice, 2) fiacca.
Mèj: mai.
Mèl d’ Sandnèt: epilessia; “male di S. Donato”.
Mèl: male.
Mell: molla, elastico.
Menefrecust: menefreghista, irresponsabile, incosciente, non responsabile.
Menich: 1) monaco, frate, suora, 2) detto anche di persona “furba”, 3) scaldino che serviva per scaldare il letto.
Menj’lòrj: “mano larga”, spendaccione, sciupone.
Menjmars: manrovescio, ceffone dato col rovescio della mano (lett. “mano versa”).
Menz’sàl’: risolatura di scarpe, “mezze suole”.
Menza’lintàcch: detto di persona parca nel mangiare, sobria, frugale, che si contenta (lett. “mezza lenticchia”).
Menzadì: mezzogiorno, mezzodì.
Menzannett: mezzanotte.
Mers: 1) morsa, 2) detto anche per “morì”.
Mert: la morte.
Mesc: maggio.
Mess: mossa, moina, atto affettuoso, spesso interessato.
Mest’dòsc: “maestro d’ascia”, falegname, ebanista, artigiano che lavora il legno.
Mettjmìnz: immischiarsi, inserirsi in una faccenda (lett. “mettersi in mezzo”).
Mèv: muovere, mettere in movimento, spostare, agitare.
Miccrjdì: mercoledì.
Midch: medico, dottore.
Middiquàsc: muoversi appena, palpitare.
Mìgghiàr: moglie.
Migghièr: migliaio.
Migiùr: l’atto del discolparsi, “giuro”.
Mign’lìscè: mangiare con difficoltà, perché la minestra scotta o perché manca l’appetito.
Mign’lùcch: broccoli.
Mìl: mulo, animale nato da un asino e una cavalla.
Minchiàn: minchione, babbeo, gonzo, credulone.
Minchiarìl: minchione, stupido, credulone, ingenuo, uomo che si lascia facilmente gabbare.
Minchio’sàj: un modo pudico, antico, di dire minchione.
Mìndmàn!: nientemeno! addirittura! meno che mai!
Minghjarlàzz: “minchioneria”, leggerezza, superficialità.
Minghjarlòggin: chiacchiere, fatti non veri, ingenuità.
Minn: mondo, l’universo.
Mintàn: 1) mucchio, cumulo, 2) anche il maschio della pecora, (montone).
Minz: mezzo, metà.
Minz’minz: incompleto, non finito, che manca di qualche parte, (“mezzo mezzo”).
Mìnz’vacìl: piatto medio in argilla, del tempo antico.
Mìquèt: infradiciato, guasto, marcio.
Mìr: vino.
Mìrdùll: fanciullo vivace, irrequieto, sveglio, che si atteggia a grande.
Mìsc: moscio, floscio, flaccido, molle.
Mìsc’ch: 1) spalla, omero, 2) detto anche grappolo d’uva.
Mìsc’chè: mischiare, contagiare, trasmettere malattia mediante contagio.
Mìsc’chèt: misto, ciò che è mescolato ad altre cose, confuso, promiscuo.
Misc’còrs: ingerirsi in una faccenda, immischiarsi.
Misc’cùggh: 1) miscuglio, disgustosa mescolanza di liquidi e di altri ingredienti, 2) pasticcio, intruglio, affare poco chiaro.
Mìsch: musica.
Misciàn: lento, che agisce lentamente, tardo, che va adagio (lett. “moscione”).
Misciarì: lentezza, apatia.
Mìss: 1) labbra, muso, 2) anche il broncio.
Mìst: mosto, il succo dell’uva appena pigiata.
Mìt: muto.
Mizz: forfè, un contratto forfetario, ad occhio.
Mìzzquè: morsicare, mordere, afferrare con i denti, addentare.
Mj quinzèv: pensavo, credevo.
Mjbùgl: mobilia, mobili.
Mjcclàn: moccolone, semplicione, fantoccio, uomo goffo.
Mjdclàcch: “piccola mica”, poco, pochissimo, scarsamente.
Mjddìch: mollica, la parte interna molle del pane.
Mjddìquè: toccare leggermente e muovere, mettere in movimento.
Mjdiatòr: mediatore, intermediario, sensale.
Mjgghièr: migliaio.
Mjlignèm: melanzana.
Mjlnèr: mugnaio.
Mjnacìdd: spirito folletto, molto diffuso presso i contadini materani (“monachicchio”).
Mjndùdd: 1) piccolino, minuto, esile, 2) piccola quantità.
Mjnnàzz: immondizia, spazzatura, sudiciume.
Mjnnè: spazzare, pulire scopando, scopare, “mondare”.
Mjntagnàr: maschera carnevalesca femminile, con costume tradizionale, in uso nei paesi di montagna; montanara.
Mjntagnùl: montanaro, abitante della montagna.
Mjnzanìn: tramezzo, parete divisoria.
Mjnzignòr: monsignore, vescovo.
Mjquatìn: muffa.
Mjrcnèr: famelico, avido, che mangia di tutto, insaziabile.
Mjrtacìn: carne di bassa macelleria, di animale morto.
Mjrtèll: mortaio, pestello, arnese specie di metallo, ma anche di legno.
Mjrtìfquè: mortificare, rattristare uno con censure e rimproveri, umiliare, avvilire.
Mjs: 1) posto, collocato, situato, 2) anche plurale di “mese”, 3) anche il verso per chiamare il gatto.
Mjschnèdd: minuta, esile, gracile.
Mjsclàcch: estremità del fuso, in rame adunco, per filare.
Mjsìr: misura.
Mjsrèj: misurare, pesare, stabilire il peso di una cosa, valutare.
Mjsrìdd: 1) misurino, piccola misura per liquidi ed altro, 2) il modo di chiamare un gattino, micino.
Mjstippìdd: 1) misura per farine, 2) dicesi anche misura di terreno, di cereali.
Mjstìr: 1) mestiere, arte, 2) anche cromatina per scarpe, mistura.
Mjstòzz: baffi, mustacchi.
Mjstrè: “minestrare”, fare i piatti dopo la cottura delle vivande, suddividere e condire la minestra.
Mjstrìjs: fanatico, bullo, esaltato, che fa mostra di sé.
Mjtè: vestire con eleganza, abbigliarsi, adornare (lett. “mutare”).
Mjtòrs: vestirsi a festa, di gala, “mutarsi”.
Mjttìtòr: mietitore.
Mjzzàn: 1) mozzicone, l’ultimo pezzetto di una sigaretta accesa, candela o altro, 2) vaso semi rotto.
Mjzzè: insegnare ad altri qualsiasi cosa, indirizzare.
Mlà’ffìjrìj!: figurati!, figuriamoci!
Mlàdd: mela.
Mlàn: melone in genere.
Mlàspìttev: delusione!, fiducia mal riposta.
Mlègn: 1) tasso (animale), 2) ovale, oblunga.
Mlètt: puledro, giovane mulo.
Mlìn: molino, mulino.
Mlìtè: 1) avvolgersi in qualunque modo e ovunque, 2) stendersi e voltarsi, (soprattutto del cavallo del mulo, ecc.).
Mlìtèt: imbrattato, insudiciato.
Mnè: menare, lanciare, buttare.
Mnè’nùcch: ammiccare, far cenno con gli occhi, particolare cenno d’intesa, ammicco.
Mnìt: 1) minuto, molto piccolo, di piccola quantità, esile, gracile, 2) anche i soldi spiccioli, di piccolo taglio, 3) unità di misura del tempo.
Mnìzzè: sminuzzare.
Mnìzzèt: maledizione a te!
Mnìzzòggh: frattaglie, minuterie, particelle staccate o ridotte da pezzi più grandi, (soprattutto pasta, e carni).
Mo’ièv!: da quanto tempo!
Mo’ppìnt: or ora, adesso, in questo istante.
Mo’scnòcch!: 1) dire idiozie, falsità, 2) che cade sulle ginocchia.
Mo’vàn: arriva.
Mo’vegn: ora vengo!, arrivo!
Mo’voch: ora vado!, vado!
Mochn: macchine in genere.
Mòcr: magro, secco, asciutto.
Moddìchij: straordinario!, manco a dirlo!.
Mofàddujònn: due anni fa circa, “or fanno due anni”.
Mofallònn: or fa un anno, da quasi un anno.
Moggh: migliore, meglio.
Mogghià’Dìj: non voglia Dio!, non sia mai!
Momèrìj: esclamazione, ora muoio!, aiuto!
Momm d’ lott: balia, (mamma del latte).
Momm: mamma.
Monch: manco, neanche, neppure.
Mond: vello, pelame.
Mont: 1) manto, 2) telo per uso campagnolo.
Morìj: scorie di olio che si depositano nel fondo.
Mòrz: marzo.
Mosc’n: macina, grossa pietra per macinare.
Mosca’ciùggh: vespa o altri insetti che pungono.
Mosch’l: maschio.
Moss: massa, farina intrisa d’acqua e sale per fare pane.
Most: basto per muli, cavalli, ecc.
Mrèn: merenda, piccolo pasto consumato nel pomeriggio, spuntino.
Mrì: morire, spegnersi, esaurirsi, tramontare.
Mrìnd’lìdej: lett.“rendo l’idea?” Comprendi?
Mròggh: medaglia.
Msrè: misurare, pesare, provare qualsiasi cosa.
Mtèt: elegante, che è accurato nella persona e nel modo di vestire, che ha cambiato vestito.
Mtìdd: imbuto.
Mtònn: mutande.
Mu’sindàv: me la sentivo!
Mùdd: molle, morbido, soffice.
Muggh: miglio, distanza di mille passi equivalenti a circa un chilometro e mezzo.
Mull: mille.
Mulz: milza.
Mundògn: montagna, monte.
Muraggìj: emorragia, abbondante perdita di sangue.
Murt: morto, defunto.
Murv: moccio, muco.
Murvappìs: moccioso, ragazzino petulante e presuntuoso.
Musjcont: musicante, suonatore.
Mutìv: motivo, causa.
Mutr: 1) mitra, copricapo solenne di alti prelati, 2) detto anche per il mitra (arma).
Muzzìch: morso, morsicatura, boccone.



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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