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06/02/2012 14.07.35 - Articolo letto 3797 volte

Questione morale? Intervento dell’assessore Rocco Rivelli

Salvatore Adduce e Rocco Rivelli Salvatore Adduce e Rocco Rivelli
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"Non abbiamo bisogno di una politica spiata, ma di un confronto serio ed onesto"
Matera Il tema della giustizia, ed in particolare quello delle sue implicazioni con la politica non mi ha mai appassionato. Molti commentatori sembrano, invece, in preda a un vero e proprio raptus giustizialista.
Come spesso accade, tanti sono i luoghi comuni, le ovvietà, se non addirittura vere e proprie ipocrisie. Una fra tutte: “rispetto per la presunzione d’innocenza, ma…”. E’ quel “ma” che trasforma, sfigura ontologicamente l’idea e la concezione della giustizia e della legalità. Francamente ho sentito il bisogno di rompere il silenzio al quale mi ero consegnato per reagire alle barbarie, alla falsità gratuita, alla strumentalità con cui viene agitata la cosiddetta Questione Morale come una clava per far cadere l’amministrazione comunale di centrosinistra guidata da Salvatore Adduce.
Iniziamo a chiamare le cose con il nome giusto: siamo di fronte ad un tentativo, ormai neanche più tanto celato, di una coalizione spuria, fatta di alcune forze politiche o pseudo tali, di pezzi di associazionismo autoreferenziali e con la grancassa di alcuni giornalisti in puro stile Minculpop che si sono posti l’obiettivo, sia chiaro, anch’esso assolutamente legittimo, di far cessare anticipatamente questa esperienza politica voluta dai cittadini materani.
Naturalmente non sono stato contagiato da una sindrome complottista, ma anche un bambino capirebbe che l’obiettivo di questi soggetti è quello che affermavo prima: un cortocircuito politico-amministrativo che porti alla caduta del Governo Adduce.
La questione morale nell’esperienza di governo di Salvatore Adduce c’entra come il cavolo a merenda, e questi novelli giacobini così come i loro organi di propaganda sanno benissimo che non solo nelle odierne vicende giudiziarie non vi è coinvolto nessun amministratore eletto dai cittadini, sindaco, assessore e consigliere, ma cosa ancora più significativa (come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno on-line) gli stessi ambienti investigativi hanno chiarito che l’ultima vicenda che ha visto coinvolti 4 dipendenti comunali, non ha alcuna implicazione con i livelli politico-amministrativi.
Ma i nostri avversari hanno vita facile, è persino conveniente sparare nel mucchio.
Questo clima mi riporta alla mente le crociate dell’ex ministro Brunetta: dipendenti fannulloni, medici assassini, i tornelli per i giudici, etc. Così come qualche consigliere ostaggio di una vera e propria furia iconoclastica tenta di speculare sulle difficoltà burocratiche del Comune per tentare di assestare un colpo mortale alla credibilità ed autorevolezza delle istituzioni  nella loro interezza, umiliando decine di dipendenti che in silenzio, pur esposti al rischio di pubblico ludibrio, fanno il loro lavoro quotidiano in attesa di maturare l’agognata pensione, a differenza da chi, privilegiato, la può già godere a poco più di 50 anni.
E’ difficile parlare di questi argomenti, la mancanza di coesione nella maggioranza non aiuta nel rispondere a questo tentativo reazionario, becero e giustizialista. Ma nonostante il rischio altissimo io non ci sto più. Bisogna reagire con vigore e compostezza.
Ho sempre combattuto la omertà mafiosa  silente contro tutti i poteri criminali, ma ora siamo di fronte alla omertà indotta. Ovvero, il silenzio nichilista che impedisce di parlare di questi temi con la coerenza delle proprie storie personali e politiche pur di non farsi del male, di bruciarsi, di entrare nel tritacarne mediatico.
Voglio reagire al tentativo di ammutinamento politico e sociale.
Grande rammarico mi ha colto nel vedere i pensieri meridiani piegati in una torsione forcaiola ed una idea singolare, altro che pluralismo, di qualche personaggio in cerca d’autore.
E’ per queste ragioni che ho scelto di parlare, o meglio scrivere, per non immolare la mia libertà all’altare del voyeurismo politico e dell’orgia giustizialista che ormai dilaga anche nella nostra tranquilla comunità cittadina.
Non abbiamo bisogno di una politica spiata, ma di un confronto serio ed onesto, anche aspro se necessario, ma sui problemi della nostra città senza i condizionamenti e le incursioni nella vita pubblica di pezzi di malaffare o di portatori di interessi particolari.
In una regione come la nostra che per molti versi ha visto entrare in crisi pezzi rilevanti delle proprie classi dirigenti, il rischio di nuovi processi di passivizzazione e subalternità è molto forte, e questo giustizialismo da accattoni  avrà una responsabilità grossissima.
Per questo ho molto apprezzato il coraggio e l’autorevolezza del nostro sindaco Adduce, che a differenza di quello che alcuni vanno blaterando ha chiesto la convocazione del Consiglio comunale per dibattere liberamente, pubblicamente e senza paracadute di questi temi.
Qualcuno, pur di speculare frazioni molecolari di consenso mette alla berlina il valore democratico delle istituzioni, del pubblico impiego, delle funzioni di rappresentanza, senza rendersi conto, purtroppo, del danno devastante che produce.
Sulle macerie non si è mai costruito granchè, forse solo fortune personali.
L’opposizione istituzionale, così come quella sociale, sono funzioni nobili che vanno esercitate con cura e nell’interesse del popolo, ma sempre e comunque nelle forme di legge, riconoscendo solo a quest’ultima una funzione di supremazia. Si abbandoni il tentativo di tirare per la giacca la funzione e questione giudiziaria perché a Matera non c’è trippa per gatti. Se avete i numeri in politica e nella società fate valere questi perché la ricerca spasmodica di altre sponde rimarrà solo nei vostri desideri.
La politica recuperi la sua funzione più nobile senza aspettare che altri poteri siano chiamati a svolgere improprie funzioni di supplenza, che per la verità, a Matera, non si sono mai viste. Di mezzo non vi sono le sorti personali di questo o di quel politico, ma l’essenza stessa della democrazia.
In ossequio a quanto scritto sulle vicende giudiziarie che riguardano dipendenti e collaboratori del Comune di Matera, e non amministratori, non mi compete, anzi non ci compete un pronunciamento nella assoluta certezza che l’autorità giudiziaria saprà fare chiarezza in modo equo ed imparziale.
 



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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