C’era una volta il Parco di Serra Venerdì… Non è l’inizio di una favola ma la fine di un grande polmone verde, uno degli ultimi della città di Matera. Previsto come spazio urbano dall’Architetto Luigi Piccinato, autore, tra l’altro, del primo Piano Regolatore Generale della città, il parco è posto alle spalle di una panchina rosa shocking, sinonimo di una vita e una dinamicità che, ormai, è solo un ricordo. La pineta che vi si espande alle spalle è stata destinata a parco sin dal 1959 e, tra il 1987 e il 1993, sotto l’incarico comunale, si è rinnovata a parco con un nuovo progetto e si è dotata di attrezzature turistiche, grazie ai suoi tre architetti-progettisti: Antonio Conte, Carlo Pozzi, Rocco Tosti. Il Parco di Serra Venerdì sarebbe stato un’oasi di verde pronta a testimoniare la cultura dell’ambiente in un’epoca che ne ha fortemente bisogno. Oggi dovrebbe compiere circa 50 anni: un compleanno importante, quindi. Peccato che il progetto originario sia diventato solo un monumento allo spreco e all’abbandono. Dove sono finiti i viali che dalla piazzetta esagonale conducevano all’interno di questa oasi verde? Al loro posto soltanto camminamenti ricchi di erbacce che non li rendono neppure visibili all’interno dello sfondo piatto che si staglia dinnanzi agli occhi. E le strutture? Sono funzionali? Efficienti? Nient’affatto. Quello che originariamente doveva essere il bar è circondato dalla recinzione rossa da cantieri, con le porte sigillate ma trasparenti che permettono di spiare l’assurdo vuoto della struttura. O ancora quel deserto nel parcheggio camper con lo sportello informazioni pieno di spazzatura e vetri rotti. I servizi sono divenuti inservibili e utilizzati come dimora di qualche barbone. E si potrebbe continuare all’infinito. Ma, a questo punto, descrivere le strutture fatiscenti diventerebbe solo un’offesa all’architettura pubblicata sulle migliori riviste locali e nazionali come esempio di osmosi con il territorio agricolo da cui è stato ricavato l’intero quartiere e molte altre zone di Matera.
PAOLA PISCIOTTA