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24/11/2011 16.14.46 - Articolo letto 4633 volte

Open Days a Matera, il resoconto di oggi e l'appuntamento di domani

Open Days 2011 a Matera Open Days 2011 a Matera
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Adduce: senza cultura non si esce dalla crisi
Matera Domani, venerdì 25 novembre, a partire dalle ore 9.30, nelle sale di Palazzo Lanfranchi,  a Matera, si terrà la seconda e ultima giornata degli Open Days, la manifestazione organizzata dalla Regione Basilicata, dal Po Fesr, con il supporto del Comitato Matera 2019. Tema di questa edizione “La cultura come fattore trainante della strategia Europa 2020”.
Ad aprire i lavori sarà Gianni Pittella, Vice Presidente Parlamento Europeo. Seguirà il workshop “Europa 2020: l'abitare e la sostenibilità ambientale. L'apporto della creatività e della cultura alla crescita sostenibile” . Interverranno: Andrea Granelli, CEO Kanso, Rocco Colangelo, Presidente Società Energetica Lucana, Pietro Laureano, Comitato scientifico Matera 2019, Marina Wallace, Central Saint Martins College of Art & Design, University of the Arts, Giuseppe Bianco, ASI Matera. A coordinare i lavori sarà Armando Sichenze, Facoltà di Architettura Università della Basilicata.
A seguire, intorno alle 11.30, si terrà il Workshop “Europa 2020: Nuovi spazi per la cultura”. Interverranno:  Ada Arduini, Trans Europa Halles, Giovanni Padula, CityO, Marta Ragozzino, Soprintendente per i beni storici e artistici della Basilicata, Mattia Acito, architetto, Emmanuele Curti, Università di Basilicata. A moderare i lavori sarà Antonio Calbi, Comitato scientifico Matera 2019.
Nel pomeriggio di domani in programma, sempre a Palazzo Lanfranchi, due dialoghi. Il primo, dalle 14.45 alle 16.00, avrà come tema “Se dico radici dico storie” e vedrà come protagonisti Gian Luca Favetto, Paolo Rosa, Raffaello De Ruggieri e Giuseppe Palumbo che disegna storie.
Scrittore, giornalista, drammaturgo, critico teatrale e cinematografico italiano, Gian Luca Favetto conduce programmi radiofonici su RadioRai e collabora con "La Repubblica”. Paolo Rosa è  uno dei fondatori di  Studio Azzurro,  ambito di ricerca artistica sui linguaggi delle nuove tecnologie, dove è specializzato in arti visive e cinema.
Il secondo dialogo, in programma dalle 16 alle 17, avrà come tema “Città, cultura e Mediterraneo” e vedrà protagonisti Franco La Cecla e Pietro Laureano.
Franco La Cecla, antropologo e architetto italiano, ha insegnato Antropologia Culturale presso varie università italiane e straniere. È consulente del RPBW (Renzo Piano Building Workshop) ed è stato consulente di Barcelona Regional per l'impatto del progetto della Sagrera sul tessuto sociale della città. Ha fondato nel 2005 a Londra ASIA (Architecture Social Impact Assessment), un'agenzia per valutare l'impatto sociale delle opere di architettura e di urbanistica.
Dalle 17.30 alle 19.30 le conclusioni “Cosa Matera può imparare dal progetto ECOC e cosa può insegnare”. Interverranno: Salvatore Adduce, Sindaco di Matera e Presidente Comitato Matera 2019, Vito De Filippo, Presidente Regione Basilicata e Vice Presidente Comitato Matera 2019, Vito Santarsiero, Sindaco di Potenza, Attilio Maurano, Direttore Regionale Beni culturali e paesaggistici Basilicata, Doris Pack, Presidente Commissione Cultura del Parlamento Europeo.

Open Days, Adduce: senza cultura non si esce dalla crisi
 
 
"C'è una consapevolezza collettiva che lega le città europee e anche molte città del Mediterraneo e delle Americhe: la cultura non è effimero, non è un elemento collaterale del nostro agire, ma è un gesto fortemente economico, capace di generare risorse ancor prima di consumarle". Lo ha detto il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, aprendo stamani, a Matera, i lavori degli Open Days, la manifestazione organizzata dalla Regione Basilicata, dal Po Fesr, con il supporto del comitato Matera 2019, sul tema della cultura come leva strategica dello sviluppo per Europa 2020.
 
"La crisi che stiamo affrontando - ha aggiunto Adduce - una crisi di paradigma economico ancor più che una crisi temporanea di investimenti, deve e può essere affrontata solo sulla base di un forte rinnovamento culturale. Sono tantissime le città europee che hanno scelto questa strada. Qui in questi giorni ne sentiremo molte, con stili e modalità diverse, che hanno riqualificato il loro tessuto sociale con  iniziative originali. Avremo sessioni diverse in cui analizzeremo le tendenze in atto, ascolteremo esperienze molto originali, promuoveremo scambi tra i giovani del territorio e gli operatori internazionali presenti, rafforzeremo reti di contatti già molto presenti".
Fra i saluti istituzionali quello del presidente della Provincia di Matera, Franco Stella, che ha sottolineato come la candidatura di Matera a capitale europea della cultura sia una sfida della città, ma anche e soprattutto dell'intera regione: "Lavorare insieme significa progettare meglio. Ma dobbiamo coinvolgere tutto il tessuto sociale perchè questa sfida riguarda tutti".
All'incontro è intervenuto anche l'assessore alla Cultura della Provincia di Potenza, Francesco Pietrantuono che ha sottolineato "l'assoluta coesione dei comuni della provincia di Potenza nei confronti della candidatura di Matera a capitale europea della cultura. Il confronto fra Cultura e sostenibilità rappresenta uno spazio aperto da esplorare. E in questo senso Matera rappresenta un laboratorio che guardiamo con grande attenzione".
A chiudere i saluti istituzionali il presidente della Camera di Commercio di Matera, Angelo Tortorelli. "Con il sistema camerale - ha detto Tortorelli - stiamo promuovendo le eccellenze del territorio accanto alla candidatura di Matera. Siamo presenti con nostre iniziative a Sofia, Mosca, Berlino e New York portando il tema della dieta Mediterranea e del tessuto produttivo della nostra regione. Devo segnalare che ovunque la candidatura di Matera registra ampi consensi. Significa che siamo sulla buona strada".
Ad aprire il seminario "Europa 2020: la cultura al tempo della crisi" è stata Patrizia Minardi, Autorità di gestione del Po Fesr della Regione Basilicata, che si è soffermata sui tre principi cardine della nuova programmazione 2014 - 2020: la crescita intelligente, la crescita inclusiva e la crescita sostenibile. "Si tratta di tre strade fondamentali su cui costruire la sfida della candidatura di Matera".
A moderare il seminario il giornalista di Rai Radio Tre, Giorgio Zanchini: "Discutere di cultura oggi, in un momento di forte crisi economica, è di fondamentale importanza perchè in queste circostanze si punta a sacrificare l’anello più debole, e, quindi, la cultura”.
Pierluigi Sacco, direttore di Siena 2019, ha sottolineato che in questo viaggio “non esistono città rivali, ma città che competono”. Ed ha aggiunto: “La vera malattia dell’Europa è la mancata crescita. E in Italia non si cresce perchè il Paese mostra sfiducia verso le idee, verso la conoscenza, verso i giovani. La cultura non è intrattenimento o turismo culturale. La cultura deve stare al centro della nostra attività. Solo così il Paese potrà rinascere. Non importa chi vincerà nella sfida a capitale europea della cultura. Quello che è importante è costruire un progetto culturale solido, magari mettendo in rete tutte le città che seriamente stanno partecipando a questo percorso per costruire idee nuove, che possano aiutarle a stare pienamente dentro l’Europa”.
Sui talenti e sulla creatività si è soffermato Paolo Rosa, di Studio Azzurro: “In un momento di crisi abbiamo bisogno del talento di tutti per inventarci qualcosa. Chi fa l’artista ha il compito di disincagliare le sensibilità, rigenerare i sensi, rendersi più disponibile a capire la realtà che ci circonda. Il suo compito è quello di generare identità in cui è possibile riconoscersi. La cultura è un grande dono che fa bene a chi la offer e a chi la riceve”.
Ad affrontare il tema della cultura in termini economici, Alberto Versace, consulente del ministro Fabrizio Barca: “Un pareggio in bilancio non è sempre un fatto positivo. Soprattutto se questo si concretizza attraverso l’assenza di investimenti. Oggi la politica ha la responsabilità di selezionare le priorità e, fra queste, un posto di rilievo deve essere assegnato alla cultura. Occorre mettere in campo iniziative di politica fiscale capace di agevolare gli investimenti in cultura, altrimenti ogni sforzo rischia di cadere nel vuoto”.

Nota di Franco Stella - Provincia di Matera
Rappresentanti delle istituzioni, Professori, referenti del Comitato istituzionale e scientifico di Matera2019, imprenditori , rivolgo a Voi tutti il saluto e il ringraziamento più sincero per la  partecipazione a un workshop dalle grandi ambizioni.
 
La giornata di oggi suggella l’impegno di questo territorio rispetto una sfida che non possiamo mancare: lavorare perché la città di Matera diventi capitale europea della cultura nel 2019. Una grande occasione che permetterebbe all’intero territorio regionale di rimettere in moto uno sviluppo complessivo che passa attraverso occupazione, infrastrutture e partecipazione.
Diverse città europee hanno sfruttato questa opportunità per trasformare le proprie infrastrutture culturali, per dare slancio all’economia locale, per attrarre turisti e per migliorare la propria visibilità all’estero. Fin dal suo lancio nel 1985, il Programma delle Capitali Europee della Cultura è stato oggetto di investimenti corposi da parte di singole città, organizzazioni culturali e governi a vari livelli. È evidente che l’impatto di questi investimenti e i benefici generati a breve e a lungo termine da questi importanti anni culturali  hanno ridisegnato completamente l’identità delle città coinvolte. Un traguardo che ritengo sia assolutamente alla portata della nostra città, sede di grandi e inestimabili patrimoni, a patto che l’impegno sia totale.
È chiaro che a fare la differenza sarà l’effetto catalizzatore che l’investitura a capitale europea della cultura produrrà. Un attrattore che innescherà reazioni a catena su tutti i fronti per cui avremo  benefici nel settore turistico, ma anche in quello culturale con un sensibile miglioramento della forza organizzativa nel settore, si  realizzerà, inoltre, una imponente spinta alla creatività locale in grado di muovere quei processi di innovazione che, in momenti di passaggio epocali come quello che stiamo vivendo, diventano determinanti per la costruzione di nuovi paradigmi di sviluppo.
Ma per avere successo dovremo concentrarci su una serie di elementi cruciali quali il coinvolgimento effettivo della popolazione locale, le partnership, le risorse finanziarie, la pianificazione a lungo termine, sempre avendo chiari gli obiettivi da raggiungere.
 
Coinvolgere i cittadini, le associazioni e tutto il tessuto sociale in una sfida che li riguarda, per la durata dell’evento e per i riscontri immediati e futuri, sarà determinante. Un fattore primario per il successo delle Capitali Europee della Cultura è infatti la mobilitazione degli abitanti locali, che costituisce un passo importante ed è considerata la fase preliminare di una strategia di comunicazione. Le Capitali Europee della Cultura che hanno avuto maggiore successo sono state invariabilmente appoggiate dai propri residenti.
La città di Lille, per esempio, capitale europea nel 2004 ha introdotto un innovativo sistema di “Ambasciatori” in cui chiunque poteva offrirsi volontario per ricevere e trasmettere informazioni e aggiornamenti, fornire assistenza nella realizzazione degli eventi e partecipare alle attività speciali. Più di 17.000 volontari di tutte le classi sociali hanno lavorato come ambasciatori a Lille, formando un “sistema popolare di trasmissione delle informazioni”. Questo tipo di azione ha portato al coinvolgimento della comunità, che si è sentita parte di un gioco di squadra, ha migliorato l’immagine della città e ha dato inoltre un maggiore sostegno pubblico alle attività di tutto l’anno.
Una città non viene designata Capitale per ciò che è e per ciò che ha fatto, ma per il progetto che intende realizzare. Siamo perciò tutti invitati, istituzioni in primis, a dimostrare che le potenzialità del territorio, la creatività che contraddistingue il popolo lucano e la sua ambizione a volere essere protagonisti sono le caratteristiche che dovrà avere la Capitale europea del 2019.

Open Days, De Masi: Nella cultura la nostra storia
 
Una vera e propria storia della cultura, dalla Mesopotamia ai giorni nostri, per capire meglio il nostro presente e, soprattutto, per prepararci meglio al nostro futuro. La Lectio magistralis offerta dal sociologo Domenico De Masi, seguita in religioso silenzio dal numerosissimo pubblico, ha attraversato le diverse nozioni di cultura per arrivare a rispondere a un interrogativo: come sarà la nostra società nel 2020?
“Tutto quello che hanno fatto gli esseri umani per vincere la sfida con la natura è la cultura. Abbiamo tre tipi di bagagli culturali: la cultura ideale (il linguaggio, le religioni, le credenze, etc.), un bagaglio enorme che un bambino eredita dalla società; abbiamo la cultura tangibile, quella che si tocca con mano (le case, la piantagione, etc.); abbiamo la cultura sociale (gli usi, i costumi, i confitti, le feste patronali e tutto quello che accompagna la nostra vita). Questi tre bagagli si modificano nel tempo".
De Masi si è quindi soffermato sui tre modelli di società conosciuti dall'uomo. "Abbiamo vissuto il tempo della società rurale, dalla Mesopotamia fino al 1700; poi è arrivata la società industriale, dal 700 fino all'immediato dopoguerra, e oggi viviamo la società post industriale. Con la società industriale i ritmi si sono accelerati ed è nata un nuovo tipo di cultura, quella moderna, in cui ha avuto il primato il razionalismo. La società industriale grazie al progresso scientifico e tecnologico, la globalizzazione, la scolarizzazione di massa in pochi anni si è trasformata in cultura post industriale in cui al centro non c'è più nè l'agricoltura, nè l'industria, ma la produzione di beni immateriali, servizi, informazioni, i simboli, i valori, l'estetica. Per la prima volta in una società il tempo libero è di gran lunga superiore al tempo di lavoro. E in questo contesto anche i valori cambiano. Prima si privilegiava l'efficienza, la gerarchia, la divisione del lavoro, oggi si privilegiano la soggettività, l'estetica, l'emotività e la qualità della vita. Infine, c'è una nuova concezione del lusso. In passato era la ricchezza, oggi la cosa più rara è il tempo. Altri lussi della società post industriale sono il silenzio, la sicurezza, la bellezza, la convivialità".
E la società del prossimo futuro come sarà? De Masi ha riunito una trentina di studiosi, manager, professionisti in Brasile e altrettanti in Cina per capire oggi che società saremo nel 2020. Ed ecco i dieci trend: "Sarà una società più longeva e le persone invecchieranno negli ultimi due anni della loro vita; sarà una società tecnologica, un chip sarà grande quasi quanto un neurone umano; sarà una società più ricca, ma con pesanti disuguaglianze; i lavori manuali saranno assorbiti dalle macchine ed i creativi avranno la parte centrale del mercato; teleapprenderemo, telelavoreremo, teleameremo, ci teledivertiremo; sarà sempre più difficile dimenticare, perdersi, annoiarsi, isolarsi; si avrà più tempo libero; sarà una società androgina in cui le donne si ritroveranno al centro del sistema sociale; più attenzione all'etica, ma anche più diseguaglianze; l'estetica diventerà uno dei principali fattori competitivi; la cultura, l'omologazione globale prevarrà sull'identità locale e il modello di vita americano verrà sostituito da quello cinese. Tutti fattori di cui Matera, anche alla luce della sua candidatura di capitale europea della cultura, dovrà tenere conto. La competizione avverrà sul piano scientifico e la proposta culturale di Matera deve saper guardare al mondo, ma con i piedi ben ancorati alla sua storia e alla sua specificità. E anche se Matera non dovesse vincere, sicuramente crescerà".
 

 



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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