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30/08/2011 0.08.20 - Articolo letto 3677 volte

Cause ed effetti di una crisi di sistema con drammatici risvolti locali

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Nota della Federazione della Sinistra di Matera
Matera "I partiti della Federazione della Sinistra, Partito dei Comunisti Italiani e Partito della Rifondazione Comunista,  più volte ed a tutti livelli istituzionali, si sono espressi sulla attuale congiuntura economica come il risultato evidente di una crisi di sistema:  la crisi strutturale del capitalismo e il fallimento della cosiddetta globalizzazione. Fallimento inteso ovviamente se consideriamo gli effetti di tale fenomeno non legati solo alla produzione di ricchezza, ma considerando soprattutto  la sua redistribuzione tra le varie classi sociali nei Paesi dell’Unione Europea e in particolar modo nel nostro Paese.
Negli ultimi anni, lavoro ed imprese sono stati trasferiti in Paesi dove si retribuiscono mediamente salari più bassi, i diritti sindacali sono nettamente più ridotti e a volte inesistenti, dove la pressione fiscale è bassissima, i diritti sociali sono minimi  e dove spesso i diritti politici e di opinione sono chimere.
Questo fenomeno che prende il nome di “delocalizzazione industriale”, oltre ad avere implicazioni etiche e morali,  ha effetti concreti e devastanti sul tessuto socio/economico del nostro Paese perché provoca a rigor di logica licenziamenti di massa e lavoro precario, innescando così un circolo perverso di ricatti sociali che compromette in maniera determinante le contrattazioni sindacali generando un meccanismo al ribasso che finisce per svuotare i contratti di lavoro di diritti e potere d’acquisto.
Con questo semplice schema quindi possiamo spiegare la crisi dei consumi e la conseguente sovrapproduzione:  oggi produrre costa meno e quindi si tende a produrre di più, ma per abbassare i costi gli industriali delocalizzano e privano i mercati nazionali di investimenti e conseguente reddito da reinvestire nel consumo,  ecco perché parliamo di crisi di sistema perché è esattamente una crisi del capitalismo quella che stiamo vivendo.
A contribuire all’emorragia di investimenti che sta caratterizzando il nostro sistema industriale ci pensano anche le assurde norme che prevedono per i capitali investiti in attività produttive grossi rischi e grandi oneri fiscali, mentre privilegiano quel capitale investito in attività puramente finanziare o patrimoniali.
Oltre a destabilizzare in maniera “terroristica” i conti degli stati le Borse oggi rappresentano dei veri e propri catalizzatori di capitali che vengono attratti dagli alti tassi di rendita di certe operazioni speculative e dalla bassa tassazione.  Quelli che una volta erano considerati luoghi in cui le imprese trovavano il capitale necessario per i propri investimenti in attività produttive, ora sono divenuti  delle specie di sale giochi dove si assorbono risorse monetarie trasformandole in alcuni casi in ricchissime rendite per pochi ed in altri casi in nulla a volte cenere:”vi dice niente l’espressione ‘BRUCIATI tot MLD DI EURO’???”
E mentre parliamo di massimi sistemi, le piccole e medie imprese artigiane e del commercio, vera spina dorsale del nostro sistema economico che della delocalizzazione non possono saperne molto, tantomeno delle Borse, sono  abbandonate a se stesse,  sono strette  fra il sistema bancario, sempre meno disposto a rischiare un prestito mentre disponibilissimo ad accettare depositi con tassi d’interesse infinitesimali , il calo dei consumi e la sovrapproduzione dei grossi gruppi industriali con la conseguente ed impari concorrenza. Molte di queste chiudono i battenti o sono prossime a farlo .
Questo stato di cose  si può definire come il fallimento epocale del capitalismo. Tutti i governi tentano di rimediare al tracollo adottando le stesse misure  che hanno provocato il disastro,  ovvero, il neoliberismo e i tagli allo stato sociale , privatizzando aziende e servizi pubblici, abrogando diritti dei lavoratori ed  intervenendo con massicci esborsi di denaro pubblico per salvare banche che impiegano i risparmi nelle operazioni di borsa ed imprese che delocalizzano, ossia i veri responsabili di questo disastro.
Per noi al contrario il contrasto di questi processi richiede un sostanziale cambio di rotta a queste politiche cui:
1. l'obbligo alle imprese che delocalizzano di restituire contributi e agevolazioni pubbliche; 
2. rivalersi dei beni di queste imprese ''canaglie'' se dovessero rifiutare la restituzione;
3. vincolare alla destinazione d'uso produttivo le aree di queste imprese per impedire interventi speculativi di natura immobiliare e/o commerciale. 
Sono tre provvedimenti semplici che ridurrebbero significativamente i processi di delocalizzazione, dando più forza ai lavoratori e ai sindacati e ricostruendo vincoli di responsabilità delle imprese verso i territori.
E in più vorremmo proporre di aumentare ulteriormente in maniera significativa le tasse sulle rendite dei capitali improduttivi, quelli che non generano lavoro e introdurre norme che rendano la vita difficile agli speculatori di borsa e le agenzie di rating che fanno vero è proprio terrorismo finanziario ai danni dei bilanci di interi stati.
 
La Basilicata , Matera in primis non può sentirsi al di fuori di tali tematiche, la Federazione della Sinistra rinnova l’invito già in passato  avanzato a questa amministrazione di indire un consiglio comunale sul tema lavoro,aperto a tutte le parti sociali,categorie economiche , banche, università,camera di commercio , e tutti i livelli istituzionali.
E’ necessario uno sforzo comune per salvare le aziende già note come la Ferrosud, le diverse criticità del  salotto , la pubblica Agrobios,  aziende ormai vicine al baratro, ma è altrettanto doveroso portare a galla le innumerevoli posizioni di piccole e medie aziende dell’artigianato, del commercio  e dell’agricoltura del Materano che rischiano di sparire nell’anonimato, in silenzio, senza clamori, così come è abituata la gente di Basilicata , onesta e lavoratrice.
Non possiamo rimanere in attesa che  gli eventi ci travolgano, è necessario fare quadrato è solo con una intessa di tutte le parti è possibile dare risposte.
La Federazione della Sinistra  si riserva di presentare a detto tavolo le proprie proposte che vanno  dalla salvaguardia del lavoro,  all’accesso al credito, alla presentazione di nuovi leggi regionali. 
Fiduciosi di un vostro interessamento verso i temi proposti restiamo in attesa."



Sassiland News - Editore e Direttore responsabile: Gianni Cellura
Testata registrata presso il Tribunale di Matera n.6 del 30/09/2008




 
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