Viaggio in Basilicata con Lucio Saggese. Alla riscoperta del Tempo.
di RAFFAELE PINTO
I divoratori di libri alla cui categoria mi onoro di appartenere hanno alcuni obblighi e pochissimi privilegi: tra gli obblighi maggiori c’è quello di dover essere sempre aggiornati sulle principali novità che il mondo editoriale sforna a getto continuo nei più diversi campi della scrittura: dalla saggistica alla narrativa, dalla memorialistica all’istant book sulle urgenze ora ambientali, ora economiche ora politiche di cui il Bel Paese è ricco. In questa sconfinata pletora di edizioni, tra libri interessanti non mancano anche molte opere che, per un lettore onnivoro, facendo un paragone col menù di un ricco pasto, non sono più che antipasti o contorni.
Però, tra i rari privilegi dell’infinito inseguimento del sapere attraverso la meticolosa attenzione per le novità editoriali, c’è anche quello di poter scovare, gustare e conservare tra le cose degne di avere un posto d’onore nella propria personale biblioteca delle opere che aprono scorci nuovi di comprensione del proprio tempo, del proprio mondo e dei luoghi più vicini alla nostra vita.
E’ quello che è capitato a me leggendo il saggio di Lucio Saggese dal titolo ‘Meridiane di Basilicata’ (I&T Edizioni – Santarcangelo(PZ) – 2007).
Il professor Saggese, conterraneo di un altro illustre scienziato lucano dell’Ottocento, l’indimenticato Guglielmo Gasparrini, è riuscito, con lo stile semplice e chiaro di colui che ha insegnato per oltre vent’anni nella scuola media, a fare, in sole 142 pagine, un quadro esaustivo e scorrevole della presenza in Basilicata dei più antichi strumenti di misurazione del tempo, quei quadranti solari che, nei secoli che ancora non avevano nell’orologio un compagno della vita quotidiana, servivano per scandire le giornate della lenta e silenziosa vita contadina e pastorale delle medie, piccole e piccolissime realtà urbane della regione di Orazio.
Il saggio, introdotto da un’eccellente quadro didattico-scientifico sull’origine, sulla natura e sulla struttura delle più diffuse meridiane, si addentra poi in un lavoro che non è più solo scientifico ma diventa, pagina dopo pagina, storico-antropologico perché va a disegnare una carta tutta particolare non solo della collocazione ma soprattutto della storia (a volte antichissima, a volte un po’ più recente) degli orologi solari in Basilicata.
E’ così che, in un ideale viaggio erudito, noi veniamo a scoprire meridiane a Matera, Policoro, Chiaromonte, Maratea e ancora, andando verso nord-ovest, ad Armento, Grumento, Tramutola, Tito e Castelgrande. E sono solo alcune delle interessanti scoperte che facciamo nel corso della lettura.
Il corredo fotografico del saggio, poi, è di altissimo livello perché riesce a sottoporre all’attenzione del lettore persino meridiane appena visibili sulle consunte ed ammuffite facciate di vecchie chiese oppure disgraziatamente devastate da disattenti interventi di restauro o consolidamento di edifici pubblici o privati.
Dopo aver letto il saggio del bravo astrofisico lucano non solo si guarda al suo lavoro ventennale di ricerca con rispetto e con ammirazione ma soprattutto si è portati a riflettere sul senso che la misurazione solare del tempo aveva in passato e può ancora avere nel Terzo Millennio: la meridiana, infatti, rifiuta la scansione industriale, fordistica, consumistica del tempo, basata sulla precisione al minuto, al secondo, al centesimo e coglie una dimensione più elastica, meno ansiogena, del trascorrere delle ore in cui, pur nel rispetto dell’astronomia e della matematica, non si dimentica che le ore dello studio, le ore della meditazione, le ore della passione non possono essere chiuse nel recinto sessagesimale dei minuti, ma chiedono, anzi pretendono di potersi espandere in maniera libera almeno nel mondo interno di ciascuno di noi.
Rileggendo il breve testo inviato ho notato lo strafalcione di una zeta scappata involontariamente al posto della s. Prego di leggere "recensione" al posto del poco indicato "recenzione". Di nuovo scusa, ma... capita.
Lucio Saggese
gentile prof. Pinto,
ho letto solo ora la bella recenzione che lei ha scritto del mio libro, mi sono commosso e la ringrazio perchè ha colto il vero sentimento che mi ha animato in tutti questi anni.
A fine dicembre ho pubblicato una nuova edizione, che riporta le meridiane rintracciate nel territorio nell'ultimo periodo, ma il testo è lo stesso. Se mi fornisce un indirizzo, sarò ben lieto di inviarle una copia.
Con stima
Lucio Saggese
l.saggese@tiscali.it