L'incontro che il Centro Levi propone per il 21 Gennaio 2011, riguarderà il tema "Questioni materane - Cultura e conoscenza come fattori di sviluppo".
Cultura e conoscenza come fattori di sviluppo
Le città rappresentano il cuore pulsante delle dinamiche di crescita locale. Esse rappresentano i poli attrattori e catalizzatori dei processi di creazione del valore.
Nel nuovo scenario economico le città sono chiamate a giocare un importante ruolo di protagonismo. E’ questa la sfida per la città di Matera che ha bisogno di scoprire e costruire le sue vocazioni per rinnovare e definire nuovi e possibili paradigmi di crescita.
La cultura rappresenta un settore di tutto rispetto nell’ambito delle attività produttive. Esiste una copiosa letteratura che cerca di identificare l’impatto del settore culturale sull’economia. Le stime variano in ragione dei confini entro i quali far ricadere il settore culturale vero e proprio e soprattutto il rango degli effetti diretti, indiretti ed indotti prodotti su filiere a volte eccessivamente lunghe e differenziate che coinvolgono il turismo, la pubblicità, il multimediale, il design, parte del commercio, il made in Italy.
Una parte degli effetti prodotti dai beni culturali non sono valutabili con le tecniche oggi utilizzabili, se non molto approssimativamente. In particolare, gli effetti prodotti dai beni culturali sulla formazione, sull’educazione, sul rafforzamento delle capacità individuali e collettive, sulla crescita della conoscenza nel campo della produzione dei beni, possono essere molto significativi, ma non vi è identità di vedute da parte degli esperti, dei politici e delle amministrazioni pubbliche sulle scelte di sostenerle in generale, o di promuoverle nel particolare nel contesto delle politiche di sviluppo locale.
Esistono perciò vari paradossi nel settore dei beni culturali che limitano il campo di intervento:
- gli effetti esterni, non calcolabili economicamente, possono essere preponderanti nel lungo periodo, anche se non si possono fornire valori di riferimento (sulla formazione, nell’educazione dei giovani e degli adulti). Ciò ha indebolito la difesa del settore culturale dall’assalto prodotto dal contenimento della finanza pubblica rispetto ad altri settori;
- il settore dei beni culturali è poco attrattivo per gli occupati ad elevata formazione culturale, per ragioni che attengono le istituzioni, la struttura produttiva e l’organizzazione del personale;
- coloro che più guadagnano dalle attività dei beni culturali non sono coloro che gestiscono direttamente i beni e ne sopportano il costo. I beneficiari non sono però disponibili a partecipare, anche in minima parte, al sostegno delle stesse attività culturali.
Come si esce dal paradosso (o dai paradossi)?
Con una forte e decisa volontà che guardi al futuro, al lungo periodo perché la crescita di valore prodotto dalla cultura e dalla conoscenza impiega decenni a rendersi visibile.
La città è anche un sistema nel quale si addensano, si codificano, si stratificano e si memorizzano le conoscenze. Senza conoscenza, infatti, sarà difficile praticare una politica di sviluppo in grado di competere alla pari con le economie dei principali paesi sviluppati.
La conoscenza è sempre stata l’elemento fondamentale dello sviluppo di ogni civiltà tanto da diventare, in particolare per quella occidentale, una sorta di sottinteso.
Ma la globalizzazione e il decentramento del modello produttivo verso i paesi emergenti hanno fatto ri-scoprire il valore della conoscenza ai fini del rinnovamento dei prodotti e dei processi produttivi. La conoscenza però non è un semplice fattore produttivo ma un complesso fattore imateriale che ha al centro le persone e le loro reti relazionali. E dove queste reti si possono meglio sviluppare se non nelle città? Alla città tocca perciò il compito di disegnare i percorsi di sviluppo attraverso la costruzione di una visione ambiziosa della crescita locale, fondata su un sistema di valori ed un’etica condivisa.
La sfida per Matera è quella di comprendere la sua vera vocazione di città della cultura e della conoscenza e di creare perciò le condizioni di contesto affinchè si possa sviluppare o attrarre una capacità imprenditoriale che vada oltre il tradizionale settore dell’edilizia che troppo spesso nel tentativo di trovare nuovi spazi di crescita ha deturpato la città.