La cultura favorisce il coinvolgimento responsabile e partecipato delle popolazioni alla vita e al destino del proprio territorio. Occorre però accrescere la legittimazione sociale del patrimonio culturale per elevare il tasso di consenso dei cittadini. In questa prospettiva la cultura diventa il collante sociale dei cittadini, quale fattore di coesione e di responsabilizzazione per lo sviluppo.
Questo sarà il tema affrontato nel convegno organizzato dalla Fondazione Zétema di Matera che si terrà sabato 16 ottobre – con inizio alle 17 – nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi.
“La fruizione del patrimonio culturale tra crescita civile e sviluppo economico: il caso Matera”, è il tema dell’incontro che sarà moderato dalla giornalista de “Il Sole 24 Ore” Marilena Pirrelli. Gli interventi sono affidati a Raffaello de Ruggieri, presidente della Fondazione Zétema, e a due relatori d’eccezione: la vicepresidente della Fondazione Cariplo e presidente di Confindustria Piemonte Mariella Enoc e il professore ordinario di Organizzazione aziendale dell’Università Bocconi di Milano Severino Salvemini.
Nel pubblico confronto sarà analizzato il “caso Matera”: opera corale formatasi nel lungo tempo della presenza dell’uomo sul territorio e come questi siano divenuti matrice di identità e strumento di sviluppo.
Tale armatura culturale ha consentito alla città di aprirsi ad uno sviluppo locale nelle risorse, globale nelle relazioni e ecosostenibile nelle modalità.
Queste considerazioni portano a confermare che il settore legato ai beni e alle attività culturali-ambientali va considerato come fattore sempre più decisivo per le politiche di sviluppo socio-economico, per cui la attuale inopportuna riduzione dell’offerta provocata dai tagli degli investimenti, in presenza anche di crisi di domanda, nega alla cultura tale ruolo strategico.
Per potenziare l’attuale debole domanda bisogna anche prospettare un’offerta in linea con i tempi e questo significa adottare una gestione manageriale delle risorse culturali.
Ancora una volta Matera diviene il laboratorio in cui tali principi sono elaborati e attuati.
La vicenda dei Sassi passati da vergogna nazionale a patrimonio mondiale della umanità, con la loro graduale riappropriazione da parte dei cittadini e la loro funzione di produttori di sviluppo, è rivelatrice del ruolo culturale quale tonificatore civile e ispiratore di politiche di sviluppo.
Il programmato distretto culturale dell’habitat rupestre, lungo la dorsale bradanica da Melfi a Metaponto, è poi la traduzione progettuale di questo metodo di lavoro quale organizzazione territoriale per una qualificata e integrata offerta culturale che vede la Fondazione Zétema di Matera protagonista degli interventi di conservazione e di valorizzazione dei presidi culturali di Filiano, di Melfi e di Matera, in gran parte finanziati dall’Acri e per essa dalla Fondazione Cariplo di Milano. La presenza di Mariella Enoc rappresenterà il livello di concreta alleanza con la progettualità della Fondazione Zètema e con la stessa città di Matera.