home > eventi > Eventi Matera | SassiLand > Leggi evento
[ 36.054.047 visualizzazioni ]
Evento consultato 3509 volte

GRUPPO 63. Un cinquantenario. Disegni, collages, immagini e documenti

Attivo da sabato 20 aprile 2013 a venerdì 31 maggio 2013
GRUPPO 63 GRUPPO 63
Media voti: GRUPPO 63. Un cinquantenario. Disegni, collages, immagini e documenti - Voti: 0
Presso il MUSMA - Matera
Matera Sabato 20 aprile 2013, alle ore 18.30, nelle sale del MUSMA, Museo della Scultura Contemporanea. Matera, si inaugura la mostra dedicata al cinquantenario del “Gruppo 63”.
Tenendo presente il carattere didattico delle mostre del MUSMA, il modo migliore è parso quello di documentare, sulla falsariga di quanto fatto ad inizio di stagione, per il centenario della rivista Lacerba, come è nato e su che basi si è formato il Gruppo 63, invitando, al tempo stesso, a sfogliare le riviste, leggere i libri, vedere le opere d’arte, ascoltare la musica di quegli anni, ricostruire o rivivere il clima di un decennio-spettacolo in cui poli interdisciplinari collaborano tra loro. Infatti, gli addetti ai lavori, nutriti anche dal rapporto con gli artisti, abbandonano lo spazio in cui abitualmente vivono, spesso in solitudine, e tra poesia “novissima” (Nanni Balestrini, Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Antonio Porta, Edoardo Sanguineti) e poesia visiva (dalla parola all’immagine e viceversa), incontri e verifiche di correnti sperimentali, letture di testi, contrasti e accorte politiche culturali, negazione e ironia, antipatia e boria, diversità e oppressioni, si riversano nella cronaca e nel costume annunciando nuove metodologie (lo strutturalismo), nuove forme critiche (la semiotica), nuove modalità narrative.
Il progetto del Gruppo 63 (modellato sul tedesco Gruppo 47), avviato nel 1956 dalla rivista Il Verri di Luciano Anceschi e allargatosi a vista d’occhio, come una ragnatela, (da Solanto, PA, 3-8 ottobre 1963, a Reggio Emilia, 1-3 novembre 1964, a Palermo, 3-6 settembre 1965, a La Spezia, 10-12 giugno 1966, a Fano, 26-28 maggio 1967), riesce a dar senso a una intera generazione che rifiuta la cultura crociana, irrita la cultura impegnata di quegli anni e al tempo stesso forma teorie, indica poetiche, partecipa a un’ideologia, si interessa alle sperimentazioni elettroniche di musicisti come Berio, Maderna e Stockhausen, inalbera ossessioni letterarie e visive, costruisce una sorta di abito mentale che a molti fa spalancare gli occhi sulla letteratura, sulla scrittura, sul rapporto con la realtà.
           Nel volume Gruppo 63, a cura di Balestrini e Giuliani, uscito nel 1964 da Feltrinelli, con la copertina disegnata da Gastone Novelli, in un testo intitolato “Relazioni tra le arti” Gillo Dorfles scrive: «Sinché le nostre capacità estetico-fruitive non si siano adeguate ai nuovi stimoli (poetici, musicali, pittorici) d’un’arte ancora “nuova”, non saremo in grado di intenderla». E Luciano Anceschi, a proposito delle critiche mosse al gruppo: «Altri argomenti della critica sembrano più insidiosi: che la novità è solo apparente, oppure che se molte sono le idee, poche sono le opere. Ma veramente anche le idee sono, in qualche modo, opere, e stupirebbe se non lo fossero; già aver creato un’atmosfera culturale di attesa e rinnovamento è un’opera; e certo si tratta di generazioni in cui lo spirito critico è molto forte».
I bilanci li aveva già fatti Umberto Eco dieci anni fa a Bologna, nella prolusione del Convegno tenutosi, tra l’8 e l’11 maggio del 2003, all’Arena del Sole, riandando alle origini del gruppo, rievocando episodi che anticipavano il nuovo che avanzava, sottolineando la vis polemica de Il Verri nei primi anni Sessanta, accennando ai pittori che si era trovato accanto (Perilli e Novelli in primis), facendo luce su un clima che evidenzia una convinzione: il Gruppo 63 non nasce nel vuoto e ha saputo far convivere i movimenti d’avanguardia e la letteratura sperimentale. Scrive Eco: “L’avanguardia agita una poetica, rinunciando per amor suo alle opere, e produce piuttosto manifesti, mentre lo sperimentalismo produce l’opera e solo da essa estrae e permette poi che si estragga una poetica”.
            La mostra, allestita nelle Sale della Caccia, nella Biblioteca Scheiwiller e in alcune sale del piano superiore del MUSMA, attraverso sculture, disegni, collages, opere grafiche (Novelli, Perilli, Munari, Scialoja, Accardi, Baj, Nonnis), cartelle (Emilio Villa-Gastone Novelli, Un Eden-Precox, Roma 1957; L’avanguardia internazionale, Schwarz, Milano 1962, con opere di Brzozowski, Cahn, Capogrossi, Dobashi, Domela, Ferrari, Friedlaender, Gironella, Hundertwasser, Mansourov, Nieto, Novelli, Perilli, G. Pomodoro, Scanavino, Survage, Tchorzewski, Turcato, Verlon, Zanartu; Antonio Porta, Zero, Milano 1963; Gastone Novelli, Das bad der Diana, Friburgo/Roma 1962; Bruno Munari, Sei serigrafie, Milano 1962; Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Che cosa si può dire, con opere di Gastone Novelli e Achille Perilli, Roma 1964; Dacia Maraini – Gastone Novelli, Galleria La Salita, Roma 1967; Gastone Novelli, Mais si vous voulez pourrir en paix, Roma 1968), libri (Balestrini, Eco, Giuliani, Guglielmi, Pagliarani, Porta, Sanguineti, Spatola, Vasio, Colombo, Manganelli, Costa), riviste (Il Verri, L’Esperienza Moderna, Grammatica, il Menabò, Marcatre, Quindici, Cahiers du Sud, Les Temps Modernes), almanacchi (Almanacco Bompiani 1959, 1960, 1961, 1962, 1963), cataloghi (Continuità, Galleria Pagani al Grattacielo, Milano 1961; Arte Programmata, Milano 1962; 13 pittori a Roma, la Tartaruga 1963; G. Bartolucci, Mutations. L’esperienza del teatro immagine, 1962; L’art et l’ecriture, Stedelijk Mjuseum, Amsterdam, e Staatliche Kunsthalle, Baden Baden, 1963), testi teatrali (La merce esclusa di Pagliarani, Povera Juliet e Nel cieco spazio di Giuliani, Quartetto di un motivo Padovano di Lombardi, La Prosopopea di Leonetti, Iperipotesi di Manganelli, Qualcosa di grave di Malerba), testi musicali (Collage, di Perilli e Clementi, 1961, La scatola-Die Schachtel, di Evangelisti e Nonnis, 1962-1963), balletti (Mutazioni, libretto di Balestrini, Musiche di Fallegara, scene e costumi di Perilli), happening (No stop Teatro, Libreria Feltrinelli, Roma 1967), manifesti (Balestrini, Spatola, Nuova Consonanza), testimonianze (Celati, Orengo, Gramigna, Spatola, Colombo, Pignotti, Niccolai, Vassalli, Porta, Vivaldi, Pagliarani, Rosselli), corrispondenze (Arbasino, Balestrini, Scialoja, Anceschi, Sanguineti, Pagliarani, Giuliani, Vivaldi), filmati, immagini del gruppo (Mulas, Lund) e le fotografie di Agnese De Donato, dei tempi della libreria “Al Ferro di Cavallo”, ripercorre i volti e le vicende di una storia di mezzo secolo fa.
La mostra rimarrà aperta fino al 31 maggio 2013 con i seguenti orari: dal martedì alla domenica, ore 10 -14 / 16-20. Giorno di chiusura: lunedì.

AL MUSMA, ALL’INTERNO DELLA MOSTRA: “GRUPPO 63. UN CINQUANTENARIO”, le foto di agnese de donato e la libreria “al ferro di cavallo” (1960-1963)


Prosegue, fino al 31 maggio 2013 al MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera, la mostra “Gruppo 63. Un cinquantenario”. A far da cornice alle opere e ai libri esposti nelle Sale della Caccia, le fotografie di Agnese De Donato, collocate nella Biblioteca Vanni Scheiwiller del museo.
Agnese De Donato, nata a Bari e residente da tanti anni a Roma, fu una delle più importanti animatrici dell’ambiente culturale italiano degli anni ’60. Sua era, infatti, la libreria “Al ferro di cavallo” dove si incontravano i maggiori poeti, artisti, giornalisti, collezionisti e galleristi dell’epoca.
La Libreria fu inaugurata il 31 ottobre 1957 in Via Ripetta, 67: un piccolo locale di tre stanze, una dopo l’altra, nei pressi di Piazza del Popolo, in quegli anni fulcro della vita culturale romana. Ed è anche da quel “pantheon di viventi” che partì l’avventura del Gruppo 63. Sin da quando, un giorno, Gastone Novelli, prima di andare a scuola, il Liceo artistico dove insegnava come assistente di Afro, prese in prestito I Novissimi prima edizione, raccolta di cinque poeti: Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Nanni Balestrini, Edoardo Sanguineti, Antonio Porta. Lo racconta la De Donato nel libro “Via Ripetta 67”, edito da Dedalo nel 2005, e ricorda che Novelli le aveva restituito il libro dopo averlo “scarabocchiato” negli spazi vuoti. E nei giorni a seguire anche Achille Perilli e Toti Scialoja, Giuseppe Capogrossi, Afro, Nino Franchina e Alberto Burri impreziosirono l’opera con il loro contributo, sicché il libro divenne un vero e proprio gioiello.
Nella terza stanza della libreria nacque inoltre una delle riviste da cui avrebbe preso forma il gruppo: “Grammatica”. In quelle pagine c’era, in nuce, l’aspetto peculiare della giovane compagnia, la commistione tra le arti: poesia, musica, pittura, letteratura, incorniciate da una grafica elegantissima.  Era un’epoca di grande intesa e collaborazione tra pittori, poeti e musicisti come quelli di Nuova Consonanza, un circolo di giovani compositori interessati all’Avanguardia. Tra le numerose mostre al “Ferro di cavallo” ci fu quella dei Cronogrammi di Nanni Balestrini e Alfredo Giuliani, che collaborò col pittore Nonnis. Il cataloghino della mostra si avvaleva di uno scritto di Gillo Dorfles. Nelle Sale della caccia del MUSMA è possibile ammirare due di questi cronogrammi “Oh come siamo” (1963) e “Per le irritazioni” (1963) e un “Dipinto per Manifesto di Nuova Consonanza” (1962) di Franco Nonnis.
E così tra mostre, incontri, presentazioni di libri, Giangiacomo Feltrinelli, in un caldo pomeriggio di giugno, presentò il volume Gruppo 63: trentaquattro autori di prosa più nove poeti, dei quali quel giorno erano presenti più della metà.
“Negli anni 60”, racconta sempre Agnese De Donato, “si rideva di più” e gli amici pittori erano sempre lì, pronti a scarabocchiare, poi “arrivava Sinisgalli e si portava via tutto”. Leonardo Sinisgalli fu un elegantissimo intenditore d’arte, frequentava la libreria con la speranza di trovare sempre qualcosa da comprare. “Osavo una mostra di alcuni talentuosi ma sconosciuti artisti. Sinisgalli li scrutava velocemente e li comprava tutti. Era fatto così”. Non a caso, nella Saletta della Grafica, un ricordo di Sinisgalli per l’uscita di un libro che celebra il suo centenario della nascita, Il guscio della chiocciola, mette in luce le connessioni con la mostra dedicata al “Gruppo 63”.
Le 50 foto originali esposte nella Biblioteca Scheiwiller fanno rivivere appieno l’atmosfera di quel “Nuovo Mondo”, la gioia degli incontri, la voglia di confronto e di scambio di idee. Come dice Agnese De Donato nel libro: “La cultura era comunque sovrana e per niente declassata dal fatto che andasse a braccetto con battute, risate, bevute e divertimento”. E Antonio Mallardi nella postfazione: ”I libri si guardavano, si leggevano, si portavano via ma non erano tutto. Quello che contava era l’incontro, il vedersi, il parlarsi”.
La mostra “Gruppo 63. Un cinquantenario”, arricchita del notevole repertorio fotografico, sarà visitabile al MUSMA fino al 31 maggio 2013.
 




 
Vota questo contenuto

Seleziona una data

Ultimi commenti

Da p.zza Vittorio Veneto - zona Ipogei

webcam Matera Clicca qui per osservare in tempo reale ciò che sta accadendo in piazza Vittorio Veneto - zona Ipogei a Matera ! Osserva il semplice movimento cittadino, o gli eventi organizzati in piazza, o semplicemente il tempo che fa. Nella pagina potrai trovare anche utilissime indicazioni per giungere a Matera o relative all' evento che potrai osservare .

Da via La Martella e via Appia

webcam Matera Clicca qui per osservare in tempo reale il traffico sulla via Appia, all'altezza dello svincolo per via La Martella a Matera

Vista Cattedrale di Matera

Clicca qui per osservare la Cattedrale di Matera sulla Civita degli antichi Rioni

Eventi di oggi